La teoria dei sistemi sociali di Niklas Luhmann è interamente costruita sulla nozione di distinzione concepita come l’operazione caratteristica di tutti i sistemi compresi i processi di cognizione. Ciò significa che, contrariamente a quanto possa suggerire una lettura superficiale, alla base dell’intera architettura concettuale non sono posti elementi concepibili come sostanze o atomi stabili e indivisibili ma relazioni dinamiche, ovvero connessioni di relazioni. Il concetto di sistema, che di tali connessioni è il risultato, viene così direttamente problematizzato dalla teoria poiché trattato a partire dalle condizioni della sua apertura all’ambiente. In principio non vi è un’identità ma una differenza, nello specifico una differenza tra identità e differenza. Il sistema, in quanto unità, per conservarsi deve mantenere proprio questa differenza tra sé e altro e dunque rappresenta solo un lato della distinzione presa in considerazione dalla teoria. Queste precisazioni consentono di descrivere il funzionamento del paradigma sistemico evitando fraintendimenti e considerandolo un momento del più generale sviluppo della disputa tra sistemi chiusi e sistemi aperti che ha impegnato differenti discipline in un appassionante dibattito che ha attraversato il Novecento. Ripercorrerlo brevemente può aiutarci a comprendere che le ragioni della sua estensione all’ambito sociologico da parte di Luhmann nascondono in verità un più ampio progetto di critica alla modernità. La teoria dei sistemi sembra suggerire un itinerario alternativo alle attuali tendenze del dibattito filosofico, diviso tra il tentativo di tenere viva la vocazione critica del pensiero illuminista e l’impegno a divincolarsi dalle sabbie mobili della circolarità della fondazione attraverso la ricerca di antichi punti d’appoggio un tempo ritenuti affidabili. Più che ad avvalorare un corno dell’alternativa il paradigma sistemico si interessa all’alternativa stessa: per quali ragioni essa si dà, per noi ora, nella forma del paradosso?

La macchina del senso. Niklas Luhmann e la chiusura della metafisica

Alberto Giustiniano
2019

Abstract

La teoria dei sistemi sociali di Niklas Luhmann è interamente costruita sulla nozione di distinzione concepita come l’operazione caratteristica di tutti i sistemi compresi i processi di cognizione. Ciò significa che, contrariamente a quanto possa suggerire una lettura superficiale, alla base dell’intera architettura concettuale non sono posti elementi concepibili come sostanze o atomi stabili e indivisibili ma relazioni dinamiche, ovvero connessioni di relazioni. Il concetto di sistema, che di tali connessioni è il risultato, viene così direttamente problematizzato dalla teoria poiché trattato a partire dalle condizioni della sua apertura all’ambiente. In principio non vi è un’identità ma una differenza, nello specifico una differenza tra identità e differenza. Il sistema, in quanto unità, per conservarsi deve mantenere proprio questa differenza tra sé e altro e dunque rappresenta solo un lato della distinzione presa in considerazione dalla teoria. Queste precisazioni consentono di descrivere il funzionamento del paradigma sistemico evitando fraintendimenti e considerandolo un momento del più generale sviluppo della disputa tra sistemi chiusi e sistemi aperti che ha impegnato differenti discipline in un appassionante dibattito che ha attraversato il Novecento. Ripercorrerlo brevemente può aiutarci a comprendere che le ragioni della sua estensione all’ambito sociologico da parte di Luhmann nascondono in verità un più ampio progetto di critica alla modernità. La teoria dei sistemi sembra suggerire un itinerario alternativo alle attuali tendenze del dibattito filosofico, diviso tra il tentativo di tenere viva la vocazione critica del pensiero illuminista e l’impegno a divincolarsi dalle sabbie mobili della circolarità della fondazione attraverso la ricerca di antichi punti d’appoggio un tempo ritenuti affidabili. Più che ad avvalorare un corno dell’alternativa il paradigma sistemico si interessa all’alternativa stessa: per quali ragioni essa si dà, per noi ora, nella forma del paradosso?
2019
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3371860
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