Rileggere l’arte prodotta negli anni Sessanta del Novecento alla luce dell’epopea spaziale, in particolare dell’attesa elettrizzante della conquista della luna, permette di riconsegnare piena evidenza a linee di significato che col tempo si erano appannate. È parte integrante di questo stato di attesa la pionieristica video-installazione Moon Is the Oldest Television (1965, riproposta successivamente in vari riadattamenti) di Nam June Paik (Seoul, 1932 – Miami, 2006). Alla vigilia di quell’orma che rende irreversibilmente la luna un corpo di polveri e roccia alla portata dell’uomo, l’artista coreano canta ancora una volta la luna simbolo, fulcro dello sguardo estatico-contemplativo, immagine poetica della ciclicità del tempo. Ma ciò non avviene senza ironia modernista, visto che ci è offerta una luna elettronica, generata dall’interno degli impulsi del tubo catodico. Se alla luna è sottratto il simbolico, esso è ereditato dal nuovo medium televisivo, che rilancia riti comunitari di sapore antico o meglio “tribale”, per dirla con Marshall McLuhan riferimento teorico di Paik. Perché, in fondo, è la tv la nuova luna.
Moon is the Oldest TV di Nam June Paik
Bartorelli, Guido
2021
Abstract
Rileggere l’arte prodotta negli anni Sessanta del Novecento alla luce dell’epopea spaziale, in particolare dell’attesa elettrizzante della conquista della luna, permette di riconsegnare piena evidenza a linee di significato che col tempo si erano appannate. È parte integrante di questo stato di attesa la pionieristica video-installazione Moon Is the Oldest Television (1965, riproposta successivamente in vari riadattamenti) di Nam June Paik (Seoul, 1932 – Miami, 2006). Alla vigilia di quell’orma che rende irreversibilmente la luna un corpo di polveri e roccia alla portata dell’uomo, l’artista coreano canta ancora una volta la luna simbolo, fulcro dello sguardo estatico-contemplativo, immagine poetica della ciclicità del tempo. Ma ciò non avviene senza ironia modernista, visto che ci è offerta una luna elettronica, generata dall’interno degli impulsi del tubo catodico. Se alla luna è sottratto il simbolico, esso è ereditato dal nuovo medium televisivo, che rilancia riti comunitari di sapore antico o meglio “tribale”, per dirla con Marshall McLuhan riferimento teorico di Paik. Perché, in fondo, è la tv la nuova luna.File | Dimensione | Formato | |
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