L'articolo mira a ricavare uno spazio per l'educazione letteraria nel nuovo modello di formazione incentrato sulle competenze, ostile alla critica e all'interpretazione dei testi. Si propone di attivare strategie di incontro con il testo interstiziali, capaci di abitare “abusivamente” il concetto-chiave egemone delle competenze, ereditando e oltrepassando le proposte del progetto Compita («Le competenze d’Italiano nel secondo biennio e nell’ultimo anno delle scuole superiori di secondo grado»), stipulato negli scorsi anni tra il MIUR, gli italianisti di dodici università italiane e gli insegnanti dell’area linguistico-letteraria di cinquanta scuole pilota), ormai non più in grado di far frinte al nuovo quadro, sempre più aggressivo della formazione "tecnopedagogica" che si va profilando. Nell'impossibilità di ottenere il pieno riconoscimento di un asse estetico, artistico e letterario in ogni ordine e grado di scuola, si propone il riuso didattico, nelle situazioni sempre più marginali in cui versa la formazione umanistica, della ricostruzione del senso per frammenti. Il docente, come l'interprete della modernità, può scommettere sul senso ma sa che non potrà mai ricostruire l’insieme: questa operazione ipotizza che piccoli particolari appartenenti all’opera possano essere estratti, analizzati e interpretati come “fossili guida”, osservati da una posizione parziale. Si può tentare di far nostra, insomma, in ambienti formativi sempre più ostili, questa consapevolezza e questa scommessa.

Modesta proposta per insegnare letteratura oggi

Zinato Emanuele
2021

Abstract

L'articolo mira a ricavare uno spazio per l'educazione letteraria nel nuovo modello di formazione incentrato sulle competenze, ostile alla critica e all'interpretazione dei testi. Si propone di attivare strategie di incontro con il testo interstiziali, capaci di abitare “abusivamente” il concetto-chiave egemone delle competenze, ereditando e oltrepassando le proposte del progetto Compita («Le competenze d’Italiano nel secondo biennio e nell’ultimo anno delle scuole superiori di secondo grado»), stipulato negli scorsi anni tra il MIUR, gli italianisti di dodici università italiane e gli insegnanti dell’area linguistico-letteraria di cinquanta scuole pilota), ormai non più in grado di far frinte al nuovo quadro, sempre più aggressivo della formazione "tecnopedagogica" che si va profilando. Nell'impossibilità di ottenere il pieno riconoscimento di un asse estetico, artistico e letterario in ogni ordine e grado di scuola, si propone il riuso didattico, nelle situazioni sempre più marginali in cui versa la formazione umanistica, della ricostruzione del senso per frammenti. Il docente, come l'interprete della modernità, può scommettere sul senso ma sa che non potrà mai ricostruire l’insieme: questa operazione ipotizza che piccoli particolari appartenenti all’opera possano essere estratti, analizzati e interpretati come “fossili guida”, osservati da una posizione parziale. Si può tentare di far nostra, insomma, in ambienti formativi sempre più ostili, questa consapevolezza e questa scommessa.
2021
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