Si analizza il funzionamento del criterio della ragione più liquida nel rapporto rito-merito, in special modo nell’ottica del giudizio d’impugnazione. Si tenta di dare soluzione alla questione relativa al se il giudice d’appello può rilevare d’ufficio una questione di rito non esaminata dal giudice di primo grado, che ha deciso direttamente nel merito in ossequio al criterio della ragione più liquida, oppure se è necessario, per evitare il giudicato interno su tale questione, che essa sia portata all'attenzione del giudice superiore per il tramite di un atto di impulso di parte.

Il criterio della ragione più liquida nel rapporto rito-merito: "giudicato implicito" e giudizio d'impugnazione

Edoardo Borselli
2021

Abstract

Si analizza il funzionamento del criterio della ragione più liquida nel rapporto rito-merito, in special modo nell’ottica del giudizio d’impugnazione. Si tenta di dare soluzione alla questione relativa al se il giudice d’appello può rilevare d’ufficio una questione di rito non esaminata dal giudice di primo grado, che ha deciso direttamente nel merito in ossequio al criterio della ragione più liquida, oppure se è necessario, per evitare il giudicato interno su tale questione, che essa sia portata all'attenzione del giudice superiore per il tramite di un atto di impulso di parte.
2021
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3405045
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