In uno scenario multiforme e variegato come quello della cultura odierna, la riflessione sulle dimensioni religiose dell’esistenza e della società acquisiscono notevole importanza, anche in vista di quella Paideia del “saper vivere insieme” a cui fa riferimento il Rapporto Delors all’UNESCO, collocandola tra i quattro pilastri dell’educazione. Tutto questo configura anche importanti responsabilità per chi si occupa di ricerca scientifica in tutti i campi, compreso quello delle scienze pedagogiche e delle scienze delle religioni. Il nostro percorso di riflessione prende le mosse da un’analisi degli spazi (ad oggi, invero, esigui) che la pedagogia può trovare nell’ambito delle scienze delle religioni, per segnalare una criticità che sarebbe auspicabile superare. Segnali positivi in questo senso vengono, però, dall’interno del dibattito pedagogico, in cui il tema della religiosità – a lungo negletto nel dibattito accademico italiano – trova nuovi spazi, anche grazie alla costituzione di uno specifico Gruppo di lavoro su “religiosità e formazione religiosa” all’interno della SIPED (Società Italiana di Pedagogia). Tra i frutti di questa ripresa di interesse possiamo citare un’interessante nuova collana scientifica interdisciplinare dedicata all’esperienza religiosa (e pubblicata per i tipi di FrancoAngeli) ed un Dossier sull’IRC in un contesto multiculturale, recentemente pubblicato in una rivista pedagogica di “Fascia A”, con la partecipazione di un nutrito gruppo di accademici di diverse Università italiane. Questi segnali di ripresa, almeno all’interno del dibattito pedagogico, potrebbero rappresentare la premessa per un progressivo prender forma di una Pedagogia religiosa sempre più consapevole dal punto di vista epistemologico e pronta per essere accolta a pieno titolo tra le Scienze delle religioni, non solo a livello di ricerca accademica, ma anche tra gli insegnamenti (a partire dagli Istituti Superiori di Scienze Religiose).

Il dibattito accademico italiano sulla pedagogia religiosa: orizzonti e prospettive

Andrea Porcarelli
2021

Abstract

In uno scenario multiforme e variegato come quello della cultura odierna, la riflessione sulle dimensioni religiose dell’esistenza e della società acquisiscono notevole importanza, anche in vista di quella Paideia del “saper vivere insieme” a cui fa riferimento il Rapporto Delors all’UNESCO, collocandola tra i quattro pilastri dell’educazione. Tutto questo configura anche importanti responsabilità per chi si occupa di ricerca scientifica in tutti i campi, compreso quello delle scienze pedagogiche e delle scienze delle religioni. Il nostro percorso di riflessione prende le mosse da un’analisi degli spazi (ad oggi, invero, esigui) che la pedagogia può trovare nell’ambito delle scienze delle religioni, per segnalare una criticità che sarebbe auspicabile superare. Segnali positivi in questo senso vengono, però, dall’interno del dibattito pedagogico, in cui il tema della religiosità – a lungo negletto nel dibattito accademico italiano – trova nuovi spazi, anche grazie alla costituzione di uno specifico Gruppo di lavoro su “religiosità e formazione religiosa” all’interno della SIPED (Società Italiana di Pedagogia). Tra i frutti di questa ripresa di interesse possiamo citare un’interessante nuova collana scientifica interdisciplinare dedicata all’esperienza religiosa (e pubblicata per i tipi di FrancoAngeli) ed un Dossier sull’IRC in un contesto multiculturale, recentemente pubblicato in una rivista pedagogica di “Fascia A”, con la partecipazione di un nutrito gruppo di accademici di diverse Università italiane. Questi segnali di ripresa, almeno all’interno del dibattito pedagogico, potrebbero rappresentare la premessa per un progressivo prender forma di una Pedagogia religiosa sempre più consapevole dal punto di vista epistemologico e pronta per essere accolta a pieno titolo tra le Scienze delle religioni, non solo a livello di ricerca accademica, ma anche tra gli insegnamenti (a partire dagli Istituti Superiori di Scienze Religiose).
2021
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