Aim of this research was to study the actual health status of veal calves at the batch level and to evaluate the risk factors associated to common problems of this livestock category using part of a full animal-based welfare monitoring scheme. A cohort study was carried out on 224 veal calves' farms representative of EU production in France (50), the Netherlands (150) and Italy (24) between 2007 and 2009. Among these farms 174 reared the conventional White while 50 grew Rosé veal. The application of the welfare monitoring scheme consisting of 3 on-farm clinical/health visits and post-mortem inspection at slaughter permitted to obtain prevalence of respiratory and gastrointestinal (GI) disorders. Potential risk factors among environment and management-based data were obtained by an interview to the farmer. Data were submitted to statistical analyses adopting a set of procedures in GenStat that allowed descriptive analysis and stepwise risk factor multivariate analysis. In this thesis risk factor assessment was carried out on respiratory and GI parameters with overall average prevalence higher than 5%. Prevalence of calves with bloated rumen, poorer body condition, abnormal breathing and coughing were ≤5% throughout the entire fattening cycle. Nasal discharge interested 6.2, 4.8 and 6.5% of calves at the 1st, 2nd and 3rd visit, respectively. At post-mortem inspection pneumonia, pleuritis, poor rumen development, ruminal plaques, ruminal hyperkeratosis and abomasal pyloric-area lesions showed overall mean prevalence of 52.4% and 25.1% of lungs, 49.1%, 25.6% and 5.3% of rumens and 70.6% of abomasa, respectively. Type of veal meat production system (White vs. Rosé) showed significant differences regarding all post-mortem measurements (P<0.05). White veal showed a worse situation regarding GI problems compared to Rosé while the opposite was observed for the respiratory system. Risk factors for GI disorders were related to feeding. The main hazards for rumen underdevelopment in White veal calves were the low amount (≤50kgDM/head/cycle) and type of solid feed provided (maize silage, pellets/mixture vs. cereal grain). Cereal grain was associated to ruminal plaques, papillae hyperkeratinization and abomasal lesions. Considering respiratory-system problems several risk factors were identified while natural ventilation acted as a preventive measure compared to forced. In conclusion, outcome of this thesis could be implemented by farmers/industry and in further research for disease prevention/management and improvement of animal health.

La produzione del vitello a scopi alimentari ha una lunghissima tradizione. L'allevamento del vitello a carne bianca è stato ed è tuttora oggetto di discussione in particolar modo a causa della percezione negativa dello stato di benessere degli animali da parte dell'opinione pubblica. Il problema è sentito in particolar modo tra i cittadini dei Paesi Europei dove ogni anno vengono prodotti circa sei milioni di vitelli con al primo posto la Francia seguita dai Paesi Bassi e dall'Italia. Lo scopo di questa tesi è stato quello di valutare lo stato di salute dei vitelli e di individuare i fattori di rischio associati ai problemi sanitari più comuni di questa categoria di animali da reddito. I primi due capitoli della tesi introducono la parte sperimentale con una breve descrizione del sistema convenzionale di produzione del vitello a carne bianca e di quello, meno frequente, della carne rosata, con un richiamo sull'argomento benessere e con una panoramica dei possibili fattori di rischio per il benessere animale presenti in allevamento. Lo studio in campo è stato condotto tra il 2007 e il 2009 e ha visto l'applicazione di un sistema di monitoraggio del benessere animale su un campione rappresentativo della produzione Europea di 224 allevamenti (50 in Francia, 150 nei Paesi Bassi e 24 in Italia). Il campione di aziende era composto da 174 allevamenti produttori di vitelli a carne bianca (White) e 50 di vitelli a carne rosata (Rosé), utilizzando come sistema di accasamento prevalente box multipli a pavimentazione grigliata per piccoli gruppi di 4-15 vitelli. Il sistema di monitoraggio consisteva in: 1) un questionario sottoposto all'allevatore e relativo alle strutture e al management aziendale in modo da ottenere le informazioni considerate come potenziali fattori di rischio, 2) tre visite cliniche dei vitelli condotte in allevamento in diverse fasi del ciclo (iniziale, metà  e finale) e 3) l'ispezione post-mortem di una parte di questi al macello. Le rilevazioni basate sulle osservazioni degli animali hanno dato origine alle frequenze dei problemi respiratori (in vivo scolo nasale, dispnea e tosse; nel post-mortem segni di polmonite e pleurite) e gastroenterici (in vivo segni di gonfiore addominale e condizione corporea inferiore rispetto alla media del gruppo; nel post-mortem stato di sviluppo ruminale, presenza di placche ruminali, ipercheratinizzazione delle papille ruminali e lesioni abomasali). Le analisi statistiche sono state condotte in GenStat mediante un pacchetto di procedure specifiche per questo tipo di dati. Tali procedure hanno fornito sia semplici analisi descrittive che complessi modelli di regressione multifattoriali. I fattori di rischio sono stati espressi come odds ratio ovvero come probabilità che un determinato problema si verifichi e il rispettivo intervallo di confidenza al 95%. Le frequenze dei problemi clinici relativi al sistema respiratorio e gastroenterico rilevati negli allevamenti sono risultate mediamente basse in entrambi i tipi di sistema di allevamento (White e Rosé). La presenza di scolo nasale si è osservata in media nel 6.2, 4.8 e 6.5 % dei vitelli rispettivamente alla prima, seconda e terza visita. Gli altri problemi clinici in vivo hanno dato invece prevalenze inferiori o uguali al 5% nell'intero ciclo d'ingrasso. L'interessamento degli organi ispezionati al macello è risultato in frequenze maggiori. Segni di polmonite e pleurite erano presenti rispettivamente nel 52.4 e 25.1 % dei polmoni osservati; il 49.1, 25.6 e 5.3 % dei rumini presentavano rispettivamente basso sviluppo papillare, placche e ipercheratosi; infine il 70.6% degli abomasi era coinvolto da almeno una lesione nella regione pilorica. Il sistema di produzione del vitello a carne bianca (White) e il tipo di alimentazione che lo caratterizza sono stati i principali fattori di rischio per i problemi gastroenterici mentre i problemi respiratori erano più frequenti nel secondo tipo di allevamento (Rosé). L'effetto avverso di una bassa quantità di alimento solido sullo sviluppo ruminale e della granella di cereali sull'insorgenza di placche e ipercheratosi ruminale sono alcuni esempi di fattori di rischio individuati per i vitelli a carne bianca mentre i fattori ambientali e la stagione hanno maggiormente influenzato l'insorgenza di problemi respiratori. Per quest'ultimi, la presenza in stalla di un'aerazione naturale agisce invece come un fattore di protezione. I fattori di rischio descritti nella presente tesi possono risultare utili per gli allevatori, i loro consulenti tecnici o i veterinari per soddisfare i bisogni degli animali, per prevenire l'insorgenza di problemi e/o per pianificare in modo tempestivo ed efficace gli interventi da mettere in atto al loro manifestarsi. La presente tesi potrebbe essere inoltre utilizzata come spunto per ulteriori ricerche nel campo del benessere animale, ed in particolare per la messa a punto di linee guida internazionali relative all'analisi dei fattori di rischio.

RISK FACTORS FOR VEAL CALVES' HEALTH PROBLEMS IDENTIFIED THROUGH THE APPLICATION OF AN ANIMAL-BASED WELFARE MONITORING SCHEME / Brscic, Marta. - (2010 Jan 26).

RISK FACTORS FOR VEAL CALVES' HEALTH PROBLEMS IDENTIFIED THROUGH THE APPLICATION OF AN ANIMAL-BASED WELFARE MONITORING SCHEME

Brscic, Marta
2010

Abstract

La produzione del vitello a scopi alimentari ha una lunghissima tradizione. L'allevamento del vitello a carne bianca è stato ed è tuttora oggetto di discussione in particolar modo a causa della percezione negativa dello stato di benessere degli animali da parte dell'opinione pubblica. Il problema è sentito in particolar modo tra i cittadini dei Paesi Europei dove ogni anno vengono prodotti circa sei milioni di vitelli con al primo posto la Francia seguita dai Paesi Bassi e dall'Italia. Lo scopo di questa tesi è stato quello di valutare lo stato di salute dei vitelli e di individuare i fattori di rischio associati ai problemi sanitari più comuni di questa categoria di animali da reddito. I primi due capitoli della tesi introducono la parte sperimentale con una breve descrizione del sistema convenzionale di produzione del vitello a carne bianca e di quello, meno frequente, della carne rosata, con un richiamo sull'argomento benessere e con una panoramica dei possibili fattori di rischio per il benessere animale presenti in allevamento. Lo studio in campo è stato condotto tra il 2007 e il 2009 e ha visto l'applicazione di un sistema di monitoraggio del benessere animale su un campione rappresentativo della produzione Europea di 224 allevamenti (50 in Francia, 150 nei Paesi Bassi e 24 in Italia). Il campione di aziende era composto da 174 allevamenti produttori di vitelli a carne bianca (White) e 50 di vitelli a carne rosata (Rosé), utilizzando come sistema di accasamento prevalente box multipli a pavimentazione grigliata per piccoli gruppi di 4-15 vitelli. Il sistema di monitoraggio consisteva in: 1) un questionario sottoposto all'allevatore e relativo alle strutture e al management aziendale in modo da ottenere le informazioni considerate come potenziali fattori di rischio, 2) tre visite cliniche dei vitelli condotte in allevamento in diverse fasi del ciclo (iniziale, metà  e finale) e 3) l'ispezione post-mortem di una parte di questi al macello. Le rilevazioni basate sulle osservazioni degli animali hanno dato origine alle frequenze dei problemi respiratori (in vivo scolo nasale, dispnea e tosse; nel post-mortem segni di polmonite e pleurite) e gastroenterici (in vivo segni di gonfiore addominale e condizione corporea inferiore rispetto alla media del gruppo; nel post-mortem stato di sviluppo ruminale, presenza di placche ruminali, ipercheratinizzazione delle papille ruminali e lesioni abomasali). Le analisi statistiche sono state condotte in GenStat mediante un pacchetto di procedure specifiche per questo tipo di dati. Tali procedure hanno fornito sia semplici analisi descrittive che complessi modelli di regressione multifattoriali. I fattori di rischio sono stati espressi come odds ratio ovvero come probabilità che un determinato problema si verifichi e il rispettivo intervallo di confidenza al 95%. Le frequenze dei problemi clinici relativi al sistema respiratorio e gastroenterico rilevati negli allevamenti sono risultate mediamente basse in entrambi i tipi di sistema di allevamento (White e Rosé). La presenza di scolo nasale si è osservata in media nel 6.2, 4.8 e 6.5 % dei vitelli rispettivamente alla prima, seconda e terza visita. Gli altri problemi clinici in vivo hanno dato invece prevalenze inferiori o uguali al 5% nell'intero ciclo d'ingrasso. L'interessamento degli organi ispezionati al macello è risultato in frequenze maggiori. Segni di polmonite e pleurite erano presenti rispettivamente nel 52.4 e 25.1 % dei polmoni osservati; il 49.1, 25.6 e 5.3 % dei rumini presentavano rispettivamente basso sviluppo papillare, placche e ipercheratosi; infine il 70.6% degli abomasi era coinvolto da almeno una lesione nella regione pilorica. Il sistema di produzione del vitello a carne bianca (White) e il tipo di alimentazione che lo caratterizza sono stati i principali fattori di rischio per i problemi gastroenterici mentre i problemi respiratori erano più frequenti nel secondo tipo di allevamento (Rosé). L'effetto avverso di una bassa quantità di alimento solido sullo sviluppo ruminale e della granella di cereali sull'insorgenza di placche e ipercheratosi ruminale sono alcuni esempi di fattori di rischio individuati per i vitelli a carne bianca mentre i fattori ambientali e la stagione hanno maggiormente influenzato l'insorgenza di problemi respiratori. Per quest'ultimi, la presenza in stalla di un'aerazione naturale agisce invece come un fattore di protezione. I fattori di rischio descritti nella presente tesi possono risultare utili per gli allevatori, i loro consulenti tecnici o i veterinari per soddisfare i bisogni degli animali, per prevenire l'insorgenza di problemi e/o per pianificare in modo tempestivo ed efficace gli interventi da mettere in atto al loro manifestarsi. La presente tesi potrebbe essere inoltre utilizzata come spunto per ulteriori ricerche nel campo del benessere animale, ed in particolare per la messa a punto di linee guida internazionali relative all'analisi dei fattori di rischio.
26-gen-2010
Aim of this research was to study the actual health status of veal calves at the batch level and to evaluate the risk factors associated to common problems of this livestock category using part of a full animal-based welfare monitoring scheme. A cohort study was carried out on 224 veal calves' farms representative of EU production in France (50), the Netherlands (150) and Italy (24) between 2007 and 2009. Among these farms 174 reared the conventional White while 50 grew Rosé veal. The application of the welfare monitoring scheme consisting of 3 on-farm clinical/health visits and post-mortem inspection at slaughter permitted to obtain prevalence of respiratory and gastrointestinal (GI) disorders. Potential risk factors among environment and management-based data were obtained by an interview to the farmer. Data were submitted to statistical analyses adopting a set of procedures in GenStat that allowed descriptive analysis and stepwise risk factor multivariate analysis. In this thesis risk factor assessment was carried out on respiratory and GI parameters with overall average prevalence higher than 5%. Prevalence of calves with bloated rumen, poorer body condition, abnormal breathing and coughing were ≤5% throughout the entire fattening cycle. Nasal discharge interested 6.2, 4.8 and 6.5% of calves at the 1st, 2nd and 3rd visit, respectively. At post-mortem inspection pneumonia, pleuritis, poor rumen development, ruminal plaques, ruminal hyperkeratosis and abomasal pyloric-area lesions showed overall mean prevalence of 52.4% and 25.1% of lungs, 49.1%, 25.6% and 5.3% of rumens and 70.6% of abomasa, respectively. Type of veal meat production system (White vs. Rosé) showed significant differences regarding all post-mortem measurements (P<0.05). White veal showed a worse situation regarding GI problems compared to Rosé while the opposite was observed for the respiratory system. Risk factors for GI disorders were related to feeding. The main hazards for rumen underdevelopment in White veal calves were the low amount (≤50kgDM/head/cycle) and type of solid feed provided (maize silage, pellets/mixture vs. cereal grain). Cereal grain was associated to ruminal plaques, papillae hyperkeratinization and abomasal lesions. Considering respiratory-system problems several risk factors were identified while natural ventilation acted as a preventive measure compared to forced. In conclusion, outcome of this thesis could be implemented by farmers/industry and in further research for disease prevention/management and improvement of animal health.
Veal calves, welfare assessment, risk factor analysis
RISK FACTORS FOR VEAL CALVES' HEALTH PROBLEMS IDENTIFIED THROUGH THE APPLICATION OF AN ANIMAL-BASED WELFARE MONITORING SCHEME / Brscic, Marta. - (2010 Jan 26).
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