Glass is one of the oldest materials produced and extensively used by man, thanks to its unique mechanical and chemical-physical properties. For these reasons it has a great importance in both archaeological and artistic fields. So far, notwithstanding the essential lines of development of glass production are known, there are still some particular ‘critical moments’ in the history of glass production. In this context the present work investigated the evolution of glass technology in a particular geographical area, the northern Adriatic Italy, which, for its peculiar position, had a central role in trades and acted as a commercial hub between the Mediterranean and the Padan and Transalpine area. The sample set, including a total of 178 glasses, covers a large chronological period (6th century BC-15th century AD) and comes from some of the most important sites in the period and in the area considered, such as Aquileia, Adria and Rocca di Asolo. Few samples coming from Tuscan sites (San Genesio, Pieve di Pava and Pieve di Coneo), similar in age and types to Aquileia glasses, were also analyzed, in order to have a comparison among eastern and western Italy. The analytical approach involved textural, mineralogical, chemical and isotopic (Sr, Nd, O) analyses and the results proved the complementarity of these techniques, suggesting that the preferred approach in investigation of ancient glasses should be the combined use of these methods. A substantial continuity in the use of the type of raw materials (siliceous-calcareous sand in addition to natron) from Pre-Roman period until early Middle Ages was testified, whereas a complete change in the use of flux is evident in High/Late Medieval glasses. The extraordinary consistency of natron glass here analyzed and the principal compositional groups widespread in Mediterranean sites tends to support the model of the localized production, organized in a small number of primary workshops which supplied raw glass to a great number of secondary workshops, where the glass was re-melted and shaped into objects. For what concerns the provenance of raw materials, the combination of isotopic and chemical data, together with archaeological evidence and literature data on both raw materials and glass from primary furnaces, suggests that the vast majority of Roman and Late Roman/early Medieval glasses analyzed in this study were likely produced in workshops located on the Syro-Palestinian and Egyptian coasts, although the use of primary sources located in western Mediterranean cannot be definitely excluded

Grazie alle sue peculiari caratteristiche meccaniche e chimico-fisiche, il vetro è uno dei materiali più antichi utilizzati dall’uomo e, per questa ragione, riveste una grande importanza sia in campo artistico che archeologico. Ad oggi, nonostante le principali linee di sviluppo della produzione vetraria siano state tracciate, permangono dei particolari ‘momenti problematici’ nella storia del vetro, connessi all’introduzione di nuove materie prime e/o nuove tecnologie di produzione. In questo contesto si inserisce il presente lavoro di ricerca, che ha indagato l’evoluzione della produzione vetraria in una specifica area, quella dell’Italia nord-adriatica la quale, grazie alla sua peculiare posizione geografica, ha svolto in passato un ruolo cruciale nei commerci, fungendo da connettore tra il Mediterraneo orientale e l’area padana e transalpina. La campionatura, oggetto di studio, proviene pertanto da alcuni dei più interessanti siti nord-adriatici (Aquileia, Adria, Rocca di Asolo); inoltre anche un piccolo gruppo di campioni provenienti da siti toscani (San Genesio, Pieve di Pava e Pieve di Coneo), cronologicamente e tipologicamente confrontabili con i reperti aquileiesi, è stato analizzato, al fine di rilevare eventuali analogie/differenze tra il versante adriatico e quello tirrenico. La cronologia dei campioni è molto ampia (VI a.C. -XV secolo d.C.), ma una particolare attenzione è stata rivolta ai reperti di periodo Romano e Tardo Antico. L’approccio analitico ha previsto analisi di tipo tessiturale, mineralogico, chimico e isotopico (Sr, Nd, O). I risultati hanno dimostrato la complementarietà di queste tecniche, indicando che il loro uso combinato costituisce l’approccio ideale per lo studio del vetro antico. Per quanto concerne la tipologia di materie prime impiegate nella produzione vetraria, è emersa una sostanziale continuità dal periodo Pre-Romano fino all’Altomedievo, caratterizzata dall’uso di sabbie siliceo-calcaree in aggiunta a natron, mentre per i vetri Bassomedievali si assiste ad un radicale cambiamento di fondente (ceneri sodiche). La sorprendente omogeneità chimica tra il vetro al natron analizzato nel presente studio e i principali gruppi composizionali riportati in letteratura supporta l’ipotesi che, almeno in epoca Romana e Tardo Antica, il vetro venisse prodotto in poche officine primarie, successivamente commercializzato in forma di pani di vetro grezzo e lavorato in officine secondarie sparse in tutto il Mediterraneo. A tale proposito, l’uso combinato dei dati chimici ed isotopici, supportati da dati di letteratura e da evidenze archeologiche, suggerisce che l’origine della maggior parte di tale vetro sia da collocarsi nel Mediterraneo orientale, in particolare sulle coste Siro-Palestinesi ed Egiziane, sebbene non possa totalmente escludersi anche l’uso di sorgenti di materie prime collocate nel Mediterraneo occidentale

Glass in Northern Adriatic area from Roman to Medieval period: a geochemical approach for provenance and production technologies / Gallo, Filomena. - (2012 Jan 12).

Glass in Northern Adriatic area from Roman to Medieval period: a geochemical approach for provenance and production technologies

Gallo, Filomena
2012

Abstract

Grazie alle sue peculiari caratteristiche meccaniche e chimico-fisiche, il vetro è uno dei materiali più antichi utilizzati dall’uomo e, per questa ragione, riveste una grande importanza sia in campo artistico che archeologico. Ad oggi, nonostante le principali linee di sviluppo della produzione vetraria siano state tracciate, permangono dei particolari ‘momenti problematici’ nella storia del vetro, connessi all’introduzione di nuove materie prime e/o nuove tecnologie di produzione. In questo contesto si inserisce il presente lavoro di ricerca, che ha indagato l’evoluzione della produzione vetraria in una specifica area, quella dell’Italia nord-adriatica la quale, grazie alla sua peculiare posizione geografica, ha svolto in passato un ruolo cruciale nei commerci, fungendo da connettore tra il Mediterraneo orientale e l’area padana e transalpina. La campionatura, oggetto di studio, proviene pertanto da alcuni dei più interessanti siti nord-adriatici (Aquileia, Adria, Rocca di Asolo); inoltre anche un piccolo gruppo di campioni provenienti da siti toscani (San Genesio, Pieve di Pava e Pieve di Coneo), cronologicamente e tipologicamente confrontabili con i reperti aquileiesi, è stato analizzato, al fine di rilevare eventuali analogie/differenze tra il versante adriatico e quello tirrenico. La cronologia dei campioni è molto ampia (VI a.C. -XV secolo d.C.), ma una particolare attenzione è stata rivolta ai reperti di periodo Romano e Tardo Antico. L’approccio analitico ha previsto analisi di tipo tessiturale, mineralogico, chimico e isotopico (Sr, Nd, O). I risultati hanno dimostrato la complementarietà di queste tecniche, indicando che il loro uso combinato costituisce l’approccio ideale per lo studio del vetro antico. Per quanto concerne la tipologia di materie prime impiegate nella produzione vetraria, è emersa una sostanziale continuità dal periodo Pre-Romano fino all’Altomedievo, caratterizzata dall’uso di sabbie siliceo-calcaree in aggiunta a natron, mentre per i vetri Bassomedievali si assiste ad un radicale cambiamento di fondente (ceneri sodiche). La sorprendente omogeneità chimica tra il vetro al natron analizzato nel presente studio e i principali gruppi composizionali riportati in letteratura supporta l’ipotesi che, almeno in epoca Romana e Tardo Antica, il vetro venisse prodotto in poche officine primarie, successivamente commercializzato in forma di pani di vetro grezzo e lavorato in officine secondarie sparse in tutto il Mediterraneo. A tale proposito, l’uso combinato dei dati chimici ed isotopici, supportati da dati di letteratura e da evidenze archeologiche, suggerisce che l’origine della maggior parte di tale vetro sia da collocarsi nel Mediterraneo orientale, in particolare sulle coste Siro-Palestinesi ed Egiziane, sebbene non possa totalmente escludersi anche l’uso di sorgenti di materie prime collocate nel Mediterraneo occidentale
12-gen-2012
Glass is one of the oldest materials produced and extensively used by man, thanks to its unique mechanical and chemical-physical properties. For these reasons it has a great importance in both archaeological and artistic fields. So far, notwithstanding the essential lines of development of glass production are known, there are still some particular ‘critical moments’ in the history of glass production. In this context the present work investigated the evolution of glass technology in a particular geographical area, the northern Adriatic Italy, which, for its peculiar position, had a central role in trades and acted as a commercial hub between the Mediterranean and the Padan and Transalpine area. The sample set, including a total of 178 glasses, covers a large chronological period (6th century BC-15th century AD) and comes from some of the most important sites in the period and in the area considered, such as Aquileia, Adria and Rocca di Asolo. Few samples coming from Tuscan sites (San Genesio, Pieve di Pava and Pieve di Coneo), similar in age and types to Aquileia glasses, were also analyzed, in order to have a comparison among eastern and western Italy. The analytical approach involved textural, mineralogical, chemical and isotopic (Sr, Nd, O) analyses and the results proved the complementarity of these techniques, suggesting that the preferred approach in investigation of ancient glasses should be the combined use of these methods. A substantial continuity in the use of the type of raw materials (siliceous-calcareous sand in addition to natron) from Pre-Roman period until early Middle Ages was testified, whereas a complete change in the use of flux is evident in High/Late Medieval glasses. The extraordinary consistency of natron glass here analyzed and the principal compositional groups widespread in Mediterranean sites tends to support the model of the localized production, organized in a small number of primary workshops which supplied raw glass to a great number of secondary workshops, where the glass was re-melted and shaped into objects. For what concerns the provenance of raw materials, the combination of isotopic and chemical data, together with archaeological evidence and literature data on both raw materials and glass from primary furnaces, suggests that the vast majority of Roman and Late Roman/early Medieval glasses analyzed in this study were likely produced in workshops located on the Syro-Palestinian and Egyptian coasts, although the use of primary sources located in western Mediterranean cannot be definitely excluded
Vetro, Archeometria, Materie Prime, Geochimica, indagini isotopiche / Glass, Archaeomerty, Raw materials, Geochemistry, isotope analysis
Glass in Northern Adriatic area from Roman to Medieval period: a geochemical approach for provenance and production technologies / Gallo, Filomena. - (2012 Jan 12).
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Gallo_TESI_DEFINITIVO_PDF.pdf

accesso aperto

Tipologia: Tesi di dottorato
Licenza: Non specificato
Dimensione 13.97 MB
Formato Adobe PDF
13.97 MB Adobe PDF Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3422513
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact