Questa ricerca analizza la concezione pedagogica del modello di politica di restrizione e privazione della libertà attuato dall'Associazione per la Protezione e l'Assistenza delle Persone Condannate (APAC), che si definisce educativo e ha lo scopo di verificare se si tratti di un modello nuovo o di una sofisticazione di quello tradizionale. Per studiare questo modello, che dichiara di aver ridotto la reincidenza di più di 40.000 persone a meno del 20%, è stata condotta una ricerca bibliografica volta ad approfondire la conoscenza del modello tradizionale di prigione, prestando particolare attenzione alla situazione carceraria brasiliana. In un secondo momento, si è studiato il modello attraverso i testi che lo descrivono ed effettuando una revisione della letteratura delle ricerche in Brasile ed in Italia. Infine, è stata condotta un’osservazione partecipante con metodo etnografico, utilizzando sia un diario di campo, sia interviste aperte e semi-strutturate, condotte in due delle unità modello, con lo scopo di analizzare le pratiche. Come ultimo passaggio, è stato dunque possibile confrontare le pratiche con i discorsi sul modello e, infine, comparare quest’ultimo al modello di prigione tradizionale. Pertanto, sono state evidenziate le potenzialità di uno spazio differente rispetto alla prigione, ovvero un ambiente che supporti i progetti educativi delle persone private di libertà, le fragilità dovute al sotto finanziamento ed i limiti strutturali del modello dovuti principalmente agli scarsi finanziamenti. In questo modo si è osservato che un’altra educazione è possibile nelle prigioni, ma esiste il rischio che possa avere un’efficacia limitata nel favorire il rientro in società, date le limitazioni strutturali dovute alle scarse opportunità di lavoro offerte alle persone che ritornano alla libertà.

This research analyses the pedagogical conception of the policy model of restriction and deprivation of liberty implemented by the Association for the Protection and Assistance of Sentenced Persons (APAC), which calls itself educational, and whose purpose is to verify if it is a new model or a sophistication of the traditional one. In order to study this model, which intends to have reduced the recidivism from more than 40 thousand people to less than 20%, a bibliographical research has been conducted to deepen the knowledge of the traditional model of prison, focusing then on the specific situation in Brazil. Subsequently, the APAC model has been studied through the inspection of the texts describing it and the review of the research literature in Brazil and Italy. Finally, a participatory observation has been carried out thanks to an ethnographic method in two of the units of the model, using the field diary and the open and semi-structured interviews, conducted to analyse the practices. We have drawn a comparison between the practices and the discourses about the model and, finally, we have compared it with the traditional prison model. The potentialities of that space, which is other than prison and which supports the educational projects of people deprived of liberty, were analysed and highlighted, as well as the weaknesses resulting from underfunding. In this way, it was observed that another education is possible for the prisons, but also that there is still the risk that it will have limited effectiveness in facilitating the return to society, given the structural limitations due to the insufficient work opportunities offered to people who return to freedom.

Un'altra educazione è possibile nelle prigioni? Il caso dell'Associazione di Protezione e Assistenza ai Condannati (APAC). Uma outra educação é possível nas prisões ? O caso da Associação de Proteção e Assistência aos Condenados (APAC) / Grossi, Sergio. - (2020 Feb 05).

Un'altra educazione è possibile nelle prigioni? Il caso dell'Associazione di Protezione e Assistenza ai Condannati (APAC). Uma outra educação é possível nas prisões ? O caso da Associação de Proteção e Assistência aos Condenados (APAC).

Grossi, Sergio
2020

Abstract

This research analyses the pedagogical conception of the policy model of restriction and deprivation of liberty implemented by the Association for the Protection and Assistance of Sentenced Persons (APAC), which calls itself educational, and whose purpose is to verify if it is a new model or a sophistication of the traditional one. In order to study this model, which intends to have reduced the recidivism from more than 40 thousand people to less than 20%, a bibliographical research has been conducted to deepen the knowledge of the traditional model of prison, focusing then on the specific situation in Brazil. Subsequently, the APAC model has been studied through the inspection of the texts describing it and the review of the research literature in Brazil and Italy. Finally, a participatory observation has been carried out thanks to an ethnographic method in two of the units of the model, using the field diary and the open and semi-structured interviews, conducted to analyse the practices. We have drawn a comparison between the practices and the discourses about the model and, finally, we have compared it with the traditional prison model. The potentialities of that space, which is other than prison and which supports the educational projects of people deprived of liberty, were analysed and highlighted, as well as the weaknesses resulting from underfunding. In this way, it was observed that another education is possible for the prisons, but also that there is still the risk that it will have limited effectiveness in facilitating the return to society, given the structural limitations due to the insufficient work opportunities offered to people who return to freedom.
5-feb-2020
Questa ricerca analizza la concezione pedagogica del modello di politica di restrizione e privazione della libertà attuato dall'Associazione per la Protezione e l'Assistenza delle Persone Condannate (APAC), che si definisce educativo e ha lo scopo di verificare se si tratti di un modello nuovo o di una sofisticazione di quello tradizionale. Per studiare questo modello, che dichiara di aver ridotto la reincidenza di più di 40.000 persone a meno del 20%, è stata condotta una ricerca bibliografica volta ad approfondire la conoscenza del modello tradizionale di prigione, prestando particolare attenzione alla situazione carceraria brasiliana. In un secondo momento, si è studiato il modello attraverso i testi che lo descrivono ed effettuando una revisione della letteratura delle ricerche in Brasile ed in Italia. Infine, è stata condotta un’osservazione partecipante con metodo etnografico, utilizzando sia un diario di campo, sia interviste aperte e semi-strutturate, condotte in due delle unità modello, con lo scopo di analizzare le pratiche. Come ultimo passaggio, è stato dunque possibile confrontare le pratiche con i discorsi sul modello e, infine, comparare quest’ultimo al modello di prigione tradizionale. Pertanto, sono state evidenziate le potenzialità di uno spazio differente rispetto alla prigione, ovvero un ambiente che supporti i progetti educativi delle persone private di libertà, le fragilità dovute al sotto finanziamento ed i limiti strutturali del modello dovuti principalmente agli scarsi finanziamenti. In questo modo si è osservato che un’altra educazione è possibile nelle prigioni, ma esiste il rischio che possa avere un’efficacia limitata nel favorire il rientro in società, date le limitazioni strutturali dovute alle scarse opportunità di lavoro offerte alle persone che ritornano alla libertà.
educazione in carcere, rieducazione, inclusione sociale, reintegrazione sociale, alternative alla prigione / education in prison, re-education, social inclusion, social reintegration, alternatives to prison.
Un'altra educazione è possibile nelle prigioni? Il caso dell'Associazione di Protezione e Assistenza ai Condannati (APAC). Uma outra educação é possível nas prisões ? O caso da Associação de Proteção e Assistência aos Condenados (APAC) / Grossi, Sergio. - (2020 Feb 05).
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