Il tassello mancante del «ciclo tassiano»: il «Palermo liberato» di Tomaso Balli

Impresso un’unica volta nel 1612, il "Palermo liberato" rappresenta un interessante ma ancora negletto caso di studio per ragionare sulla fortuna della "Liberata" nel Seicento eroico e, in particolare, dei rapporti di simbiosi e di scambio che la vedono dialogare con il modello di Omero. Su questo aspetto verte il presente articolo, che intende offrire qualche riscontro a proposito del « bifrontismo » del poema di Balli: da un lato, esso esibisce una patente di legittimità tassiana per quanto riguarda i personaggi e i temi, oltre che una struttura narrativa in tutto simile a quella del poema gerosolimitano, fondata su un conflitto tra Inferno e Cielo (elementi che lo rendono a pieno titolo un tassello del «ciclo»), ma dall’altro mostra anche dei significativi intrecci con l’"Iliade", la cui traccia diegetica viene incastonata nella fabbrica tassiana, arricchendone la complessità.