L’articolo prende in considerazione vecchie e nuove idee sull’organizzazione urbana del famoso sito di Shahdad, al margine nord-occidentale del deserto del Lut (Kerman, Iran), noto in primo luogo per la ricchezza dei corredi funerari di due principali necropoli datate alla seconda metà del III millennio a.C. Con la scoperta di ampie porzioni dell’abitato antico, a partire dalla seconda metà degli anni ’70, gli studiosi si sono a lungo interrogati sull’estensione e la consistenza della città antica, sorta in una regione che oggi appare desertificata e poco adatta all’agricoltura, ma che certamente sorgeva in un importante nodo commerciale e aveva un accesso privilegiato a importanti fonti di rame e pietre semipreziose. Un’esplorazione di superficie effettuata nel 2016, accompagnata da sondaggi sistematici tesi a delimitare la reale estensione delle superfici abitate, ha prodotto l’immagine di una città “dispersa”, fatta di nuclei abitati discontinui e non necessariamente coevi, separati da spazi aperti e aree a destinazione agricola; probabilmente esposti, almeno in un caso, al rischio di distruttive alluvioni.

The Bronze Age Center of Shahdad, South-East Iran: “Hollow” vs. Nucleated Early Urban Processes

MASSIMO VIDALE
2021

Abstract

L’articolo prende in considerazione vecchie e nuove idee sull’organizzazione urbana del famoso sito di Shahdad, al margine nord-occidentale del deserto del Lut (Kerman, Iran), noto in primo luogo per la ricchezza dei corredi funerari di due principali necropoli datate alla seconda metà del III millennio a.C. Con la scoperta di ampie porzioni dell’abitato antico, a partire dalla seconda metà degli anni ’70, gli studiosi si sono a lungo interrogati sull’estensione e la consistenza della città antica, sorta in una regione che oggi appare desertificata e poco adatta all’agricoltura, ma che certamente sorgeva in un importante nodo commerciale e aveva un accesso privilegiato a importanti fonti di rame e pietre semipreziose. Un’esplorazione di superficie effettuata nel 2016, accompagnata da sondaggi sistematici tesi a delimitare la reale estensione delle superfici abitate, ha prodotto l’immagine di una città “dispersa”, fatta di nuclei abitati discontinui e non necessariamente coevi, separati da spazi aperti e aree a destinazione agricola; probabilmente esposti, almeno in un caso, al rischio di distruttive alluvioni.
2021
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3454708
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