La serie di cinque analoghe pronunce del Consiglio di Stato che culmina con la sentenza n. 1170/2020 offre l'occasione di fare il punto sulla disciplina della valutazione di impatto ambientale (VIA) nel nostro ordinamento, con particolare riferimento al sindacato del giudice amministrativo nei confronti del provvedimento di compatibilità ambientale, il cui merito amministrativo rimane inaccessibile al potere giurisdizionale. L'analisi si concentra poi sul procedimento di VIA, vera e propria bilancia in cui si soppesano interessi in reciproca tensione, e sui presupposti necessari al suo esperimento, nonché sul quadro di riferimento complessivo in cui detto iter è calato, sostenendo la tesi – riconoscibile in filigrana dalla lettura della sentenza commentata – per cui in tema di politiche ambientali l'approccio preferibile sia quello integrato e olistico, mentre debba essere evitata la compartimentazione stagna di normative di tutela tra loro non comunicanti, nei cui interstizi si legittimano pratiche pericolose per l'ambiente. Decision n. 1170/2020 of the Council of State – the last of a series of five almost identical rulings – offers the opportunity for an in-depth analysis of the discipline of the "valutazione di impatto ambientale" (VIA) in the Italian legal system. Within this framework, the theme of the ex-tension of the administrative courts' review on the related administrative act is particularly crucial, given the prohibition for the judge to enter the field of the administrative merits. The analysis then focuses on the VIA procedure, its necessary preconditions and the overall framework of environmental policies and measures. Those, in order to be effective, should adopt an integrated and holistic approach – such as the one seemingly suggested by the examined decision –, whereas a compartmentalized safeguard system is likely to resolve into an implicit legitimation of harmful practices for the environment.

Il sindacato del giudice amministrativo sul provvedimento di valutazione di impatto ambientale (VIA): l’incompletezza della progettazione sottoposta a VIA come sintomo di manifesta irragionevolezza del provvedimento (commento a Consiglio di Stato, sez. IV, 13 febbraio 2020, n. 1170)

Francesco Scattolin
2020

Abstract

La serie di cinque analoghe pronunce del Consiglio di Stato che culmina con la sentenza n. 1170/2020 offre l'occasione di fare il punto sulla disciplina della valutazione di impatto ambientale (VIA) nel nostro ordinamento, con particolare riferimento al sindacato del giudice amministrativo nei confronti del provvedimento di compatibilità ambientale, il cui merito amministrativo rimane inaccessibile al potere giurisdizionale. L'analisi si concentra poi sul procedimento di VIA, vera e propria bilancia in cui si soppesano interessi in reciproca tensione, e sui presupposti necessari al suo esperimento, nonché sul quadro di riferimento complessivo in cui detto iter è calato, sostenendo la tesi – riconoscibile in filigrana dalla lettura della sentenza commentata – per cui in tema di politiche ambientali l'approccio preferibile sia quello integrato e olistico, mentre debba essere evitata la compartimentazione stagna di normative di tutela tra loro non comunicanti, nei cui interstizi si legittimano pratiche pericolose per l'ambiente. Decision n. 1170/2020 of the Council of State – the last of a series of five almost identical rulings – offers the opportunity for an in-depth analysis of the discipline of the "valutazione di impatto ambientale" (VIA) in the Italian legal system. Within this framework, the theme of the ex-tension of the administrative courts' review on the related administrative act is particularly crucial, given the prohibition for the judge to enter the field of the administrative merits. The analysis then focuses on the VIA procedure, its necessary preconditions and the overall framework of environmental policies and measures. Those, in order to be effective, should adopt an integrated and holistic approach – such as the one seemingly suggested by the examined decision –, whereas a compartmentalized safeguard system is likely to resolve into an implicit legitimation of harmful practices for the environment.
2020
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