Il crescente impatto mediatico del fenomeno del bullismo, si collega oggi ad una maggiore sensibilità culturale rispetto a episodi di vessazione e violenza che un tempo venivano forse liquidati come fisiologici o, quanto meno, tollerabili. Il rischio, dal punto di vista pedagogico è quello di affrontare il fenomeno in modo isolato, separato e con una logica pedagogicamente frammentaria, che - di fatto - potrebbe favorire approcci di tipo "riparativo", rispetto a quelli di tipo "preventivo". Per affrontare il fenomeno con "saggezza pedagogica" è importante superare gli approcci eccessivamente frammentari e settoriali tipici di una letteratura che potremmo simpaticamente attribuire ad esperti "bullologi". L'agire educativo va collocato entro il quadro di un'azione di tipo preventivo, centrata sulla consapevolezza del valore e della dignità di ogni persona, sulla creazione di relazioni umane serene e positive, nel contesto di una pedagogia di comunità che consideri la scuola come una vera e propria comunità educativa. In tale contesto le proposte di punizione educativa, come quella di orientare i bulli verso lo svolgimento di lavori socialmente utili, andrebbero ripensate alla luce di un approccio di tipo preventivo, in cui l'esperienza del lavoro a favore di una comunità di cui si fa parte, non venga percepito come punitivo, ma promozionale. The growing media impact of the phenomenon of bullying is linked today to a greater cultural sensitivity than episodes of harassment and violence that were once perhaps dismissed as physiological or, at least, tolerable. The risk, from the pedagogical point of view, is to deal with the phenomenon in an isolated, separate and with a fragmented logic, which - in fact - could favor "reparative" approaches, compared to those of the "preventive" type. To face the phenomenon with "pedagogical wisdom" it is important to overcome the excessively fragmentary and sectoral approaches typical of a literature that we could sympathetically attribute to experts "bullologists". Educational action must be placed within the framework of preventive action, centred on an awareness of the value and dignity of every person, on the creation of positive human relations, in the context of a community pedagogy that considers the school as an educational community. In this context, proposals for educational punishment, such as directing bullies towards socially useful work, should be reconsidered in the light of a preventive approach, in which the experience of working for a community of which one is a member, is not perceived as punitive, but promotional.

Saggezza pedagogica e prevenzione del bullismo e cyberbullismo

Andrea Porcarelli
2022

Abstract

Il crescente impatto mediatico del fenomeno del bullismo, si collega oggi ad una maggiore sensibilità culturale rispetto a episodi di vessazione e violenza che un tempo venivano forse liquidati come fisiologici o, quanto meno, tollerabili. Il rischio, dal punto di vista pedagogico è quello di affrontare il fenomeno in modo isolato, separato e con una logica pedagogicamente frammentaria, che - di fatto - potrebbe favorire approcci di tipo "riparativo", rispetto a quelli di tipo "preventivo". Per affrontare il fenomeno con "saggezza pedagogica" è importante superare gli approcci eccessivamente frammentari e settoriali tipici di una letteratura che potremmo simpaticamente attribuire ad esperti "bullologi". L'agire educativo va collocato entro il quadro di un'azione di tipo preventivo, centrata sulla consapevolezza del valore e della dignità di ogni persona, sulla creazione di relazioni umane serene e positive, nel contesto di una pedagogia di comunità che consideri la scuola come una vera e propria comunità educativa. In tale contesto le proposte di punizione educativa, come quella di orientare i bulli verso lo svolgimento di lavori socialmente utili, andrebbero ripensate alla luce di un approccio di tipo preventivo, in cui l'esperienza del lavoro a favore di una comunità di cui si fa parte, non venga percepito come punitivo, ma promozionale. The growing media impact of the phenomenon of bullying is linked today to a greater cultural sensitivity than episodes of harassment and violence that were once perhaps dismissed as physiological or, at least, tolerable. The risk, from the pedagogical point of view, is to deal with the phenomenon in an isolated, separate and with a fragmented logic, which - in fact - could favor "reparative" approaches, compared to those of the "preventive" type. To face the phenomenon with "pedagogical wisdom" it is important to overcome the excessively fragmentary and sectoral approaches typical of a literature that we could sympathetically attribute to experts "bullologists". Educational action must be placed within the framework of preventive action, centred on an awareness of the value and dignity of every person, on the creation of positive human relations, in the context of a community pedagogy that considers the school as an educational community. In this context, proposals for educational punishment, such as directing bullies towards socially useful work, should be reconsidered in the light of a preventive approach, in which the experience of working for a community of which one is a member, is not perceived as punitive, but promotional.
2022
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