Il tema erotico, nell’animazione italiana, emerge con discrezione e in maniera sporadica; eppure, non sembra marginale. Benché non esista una tradizione particolarmente consolidata in proposito, diversi sono in Italia i contributi che forniscono un’interpretazione originale e persino raffinata dell’erotismo animato. Basti pensare al modo in cui Bruno Bozzetto fece satira dell’immaginario erotico italiano, mostrandone il lato degenere e mercificato, in cortometraggi come Ego (1969) o in alcuni episodi del lungometraggio Allegro non troppo (1976), che peraltro venne paradossalmente rifiutato dai distributori perché “non abbastanza pornografico”, visto che a quei tempi, in Italia, si riteneva modello dell’animazione “per adulti” il Fritz the Cat di Ralph Bakshi (1972). Pornografico, e tuttavia isolato, fu invece Il nano e la strega di Gibba (1975); dopodiché, la vena corrosiva di Bozzetto si riversò nell’opera di Guido Manuli, dove l’erotismo era impiegato anche per raccontare la frustrazione mista a venerazione dell’animazione italiana nei confronti del modello Disney, trasformando comicamente la principessa Biancaneve in malizioso (e irraggiungibile) oggetto del desiderio. L’erotismo animato continua a essere frequentato nel cortometraggio d’autore contemporaneo (Pene e cruditè, Mario Addis, 2015), oltre ad affiorare anche in lungometraggi recenti pensati per un pubblico maturo, come Gatta Cenerentola (Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone, 2017) e Yaya e Lennie - The Walking Liberty (Alessandro Rak, Ciro Priello e Fabiola Balestriere, 2021).

"Non è abbastanza porno". Erotismo e animazione in Italia

Marco Bellano
2022

Abstract

Il tema erotico, nell’animazione italiana, emerge con discrezione e in maniera sporadica; eppure, non sembra marginale. Benché non esista una tradizione particolarmente consolidata in proposito, diversi sono in Italia i contributi che forniscono un’interpretazione originale e persino raffinata dell’erotismo animato. Basti pensare al modo in cui Bruno Bozzetto fece satira dell’immaginario erotico italiano, mostrandone il lato degenere e mercificato, in cortometraggi come Ego (1969) o in alcuni episodi del lungometraggio Allegro non troppo (1976), che peraltro venne paradossalmente rifiutato dai distributori perché “non abbastanza pornografico”, visto che a quei tempi, in Italia, si riteneva modello dell’animazione “per adulti” il Fritz the Cat di Ralph Bakshi (1972). Pornografico, e tuttavia isolato, fu invece Il nano e la strega di Gibba (1975); dopodiché, la vena corrosiva di Bozzetto si riversò nell’opera di Guido Manuli, dove l’erotismo era impiegato anche per raccontare la frustrazione mista a venerazione dell’animazione italiana nei confronti del modello Disney, trasformando comicamente la principessa Biancaneve in malizioso (e irraggiungibile) oggetto del desiderio. L’erotismo animato continua a essere frequentato nel cortometraggio d’autore contemporaneo (Pene e cruditè, Mario Addis, 2015), oltre ad affiorare anche in lungometraggi recenti pensati per un pubblico maturo, come Gatta Cenerentola (Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone, 2017) e Yaya e Lennie - The Walking Liberty (Alessandro Rak, Ciro Priello e Fabiola Balestriere, 2021).
2022
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