iI regime iraniano cerca di arginare il dissenso esploso con la “crisi del velo” marciando sul doppio binario repressione relativa apertura. In occasione del 44° anniversario della vittoria della rivoluzione islamica, Ali Khamenei annuncia un provvedimento di grazia che riguarda anche parte dei ventimila arrestati durante le manifestazioni di protesta che hanno scosso il Paese. E' la linea “del bastone e della carota”, adottata quando è apparso chiaro che la repressione a tutto campo avrebbe condotto a una resa dei conti dall’esito non scontato e fatto scricchiolare i delicati equilibri interni del “sistema”. Khamenei, ha auspicato, in particolare, una maggiore partecipazione alla vita pubblica delle donne, cercando di mostrarsi inclusivo nei confronti della sempre più numerosa, istruita e influente componente femminile della società iraniana, in prima fila nella protesta. Le donne che non indossano correttamente il velo sono state significativamente definite dalla Guida non più “mal velate” ma fautrici de «l’hejab debole». Esse sono pur sempre «le nostre madri e le nostre mogli», ha sottolineato Khamenei. Messaggio rivolto anche ai settori più oltranzisti della magistratura, i cui vertici dipendono dalla stessa Guida, che hanno sin qui usato la mano pesante con le dimostranti. Considerarle automaticamente «contro la religione o la Rivoluzione islamica» non è corretto: vanno invece «educate» ai valori religiosi, ha ribadito il leader supremo. Posizione "conciliante" che, allo stesso tempo, non intacca l’obbligatorietà del velo e rilancia la funzione etica del clero e delle famiglie. Un pragmatico tentativo di dividere il campo della rivolta, condizionato dalla sua stessa assenza di organizzazione e dalla rivendicata " impoliticità". E di prevenire, sopendo il conflitto, un possibile mutamento interno a favore dei Pasdaran che marginalizzi il clero.

Il regime iraniano tra repressione e inclusione controllata.

Renzo Guolo
2023

Abstract

iI regime iraniano cerca di arginare il dissenso esploso con la “crisi del velo” marciando sul doppio binario repressione relativa apertura. In occasione del 44° anniversario della vittoria della rivoluzione islamica, Ali Khamenei annuncia un provvedimento di grazia che riguarda anche parte dei ventimila arrestati durante le manifestazioni di protesta che hanno scosso il Paese. E' la linea “del bastone e della carota”, adottata quando è apparso chiaro che la repressione a tutto campo avrebbe condotto a una resa dei conti dall’esito non scontato e fatto scricchiolare i delicati equilibri interni del “sistema”. Khamenei, ha auspicato, in particolare, una maggiore partecipazione alla vita pubblica delle donne, cercando di mostrarsi inclusivo nei confronti della sempre più numerosa, istruita e influente componente femminile della società iraniana, in prima fila nella protesta. Le donne che non indossano correttamente il velo sono state significativamente definite dalla Guida non più “mal velate” ma fautrici de «l’hejab debole». Esse sono pur sempre «le nostre madri e le nostre mogli», ha sottolineato Khamenei. Messaggio rivolto anche ai settori più oltranzisti della magistratura, i cui vertici dipendono dalla stessa Guida, che hanno sin qui usato la mano pesante con le dimostranti. Considerarle automaticamente «contro la religione o la Rivoluzione islamica» non è corretto: vanno invece «educate» ai valori religiosi, ha ribadito il leader supremo. Posizione "conciliante" che, allo stesso tempo, non intacca l’obbligatorietà del velo e rilancia la funzione etica del clero e delle famiglie. Un pragmatico tentativo di dividere il campo della rivolta, condizionato dalla sua stessa assenza di organizzazione e dalla rivendicata " impoliticità". E di prevenire, sopendo il conflitto, un possibile mutamento interno a favore dei Pasdaran che marginalizzi il clero.
2023
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