L’articolo presenta un rilievo lapideo delle collezioni del Museo Antoniano raffigurante la Madonna della Misericordia. La provenienza del manufatto non e` nota, ma la presenza di alcune figure identificabili come frati francescani suggerisce che l’opera appartenesse fin dall’origine al contesto della basilica o delle strutture conventuali. Il linguaggio formale e stilistico suggerisce inoltre l’attribuzione a un maestro di cultura oltralpina, segnatamente dell’area di Salisburgo, e una datazione verso la meta` del Quattrocento. Nel contributo vengono inoltre analizzate, sia sotto il profilo testuale che nel carattere epigrafico, le iscrizioni, in minuscola gotica, poste nella parte inferiore del rilievo in corrispondenza delle immagini del sole e della luna; si tratta dell’incipit assoluto e dell’attacco della seconda quartina di due noti inni mariani facenti parte della Liturgia horarum e recitati rispettivamente alle Lodi e al Mattutino dell’Ufficio della Beata Vergine, ma originariamente parte di un solo inno che la critica attribuisce a Venanzio Fortunato e che le fonti riconducono alla piu` sentita devozione mariana di sant’Antonio. I due frammenti testuali, che l’iscrizione avvicina a formare un nuovo testo, stabiliscono altresı` una forte integrazione concettuale con l’immagine scolpita, mostrando la maestria non solo tecnica dell’autore e la profonda cultura teologica del committente.

Per un maestro di cultura salisburghese a Padova. La Madonna della misericordia del Museo Antoniano

Franco Benucci
2023

Abstract

L’articolo presenta un rilievo lapideo delle collezioni del Museo Antoniano raffigurante la Madonna della Misericordia. La provenienza del manufatto non e` nota, ma la presenza di alcune figure identificabili come frati francescani suggerisce che l’opera appartenesse fin dall’origine al contesto della basilica o delle strutture conventuali. Il linguaggio formale e stilistico suggerisce inoltre l’attribuzione a un maestro di cultura oltralpina, segnatamente dell’area di Salisburgo, e una datazione verso la meta` del Quattrocento. Nel contributo vengono inoltre analizzate, sia sotto il profilo testuale che nel carattere epigrafico, le iscrizioni, in minuscola gotica, poste nella parte inferiore del rilievo in corrispondenza delle immagini del sole e della luna; si tratta dell’incipit assoluto e dell’attacco della seconda quartina di due noti inni mariani facenti parte della Liturgia horarum e recitati rispettivamente alle Lodi e al Mattutino dell’Ufficio della Beata Vergine, ma originariamente parte di un solo inno che la critica attribuisce a Venanzio Fortunato e che le fonti riconducono alla piu` sentita devozione mariana di sant’Antonio. I due frammenti testuali, che l’iscrizione avvicina a formare un nuovo testo, stabiliscono altresı` una forte integrazione concettuale con l’immagine scolpita, mostrando la maestria non solo tecnica dell’autore e la profonda cultura teologica del committente.
2023
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3487903
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