Il saggio si inserisce all’interno del numero 21 della rivista Arabeschi, tematicamente dedicato allo spazio domestico, testimonianza degli interventi che si sono tenuti al Convegno «Ho ucciso l’angelo del focolare». Lo spazio domestico e la libertà ritrovata, tenutosi presso l’Università di Sassari. Il presente testo esplora le traiettorie delle dinamiche di dipendenza e di potere all’interno degli spazi chiusi della villa in cui vive la coppia formata da Helmut e Martha nel film di Rainer Fassbinder Martha, interni che assumono all’interno della narrazione connotati concentrazionali. Particolare attenzione è posta alla ricorrenza figurativa di specchi, finestre, soglie, scale, oggetti d’arredo. Tale ricorrenza non è al servizio di una funzione decorativa, non è scena inerte, manifesta piuttosto metaforiche allusioni al vissuto dei protagonisti e all’accentuazione delle dinamiche affettive che vedono nell’incontro tra donna e uomo, nel caso in particolare di Martha, protagonista del film, un oscillare tra obbedienza e inconsapevole dominio sull’altro. Il saggio si sofferma inoltre sulle modalità che regolano l’imperioso ordine con cui Helmut convoca Martha a unirsi a lui e sugli effetti che la brutalità con cui la prende le procurano, dando in tal modo forma alle dinamiche affettive e psichiche legate all’atto sessuale. Gli interni e gli specifici elementi architettonici partecipano delle rispettive posizioni. L’austera scala della villa e lo spazio antistante della camera da letto assurgono a spazio scenico dell’istanza di dominio di Helmut su Martha, evocando il sistema di potere tra due posizioni che sintomaticamente colludono l’una con l’altra. Porzioni del pensiero psicoanalitico arricchiscono l’analisi formale del lungometraggio.

Lo spazio concentrazionale dell’a-mur

Salvatore R.
2023

Abstract

Il saggio si inserisce all’interno del numero 21 della rivista Arabeschi, tematicamente dedicato allo spazio domestico, testimonianza degli interventi che si sono tenuti al Convegno «Ho ucciso l’angelo del focolare». Lo spazio domestico e la libertà ritrovata, tenutosi presso l’Università di Sassari. Il presente testo esplora le traiettorie delle dinamiche di dipendenza e di potere all’interno degli spazi chiusi della villa in cui vive la coppia formata da Helmut e Martha nel film di Rainer Fassbinder Martha, interni che assumono all’interno della narrazione connotati concentrazionali. Particolare attenzione è posta alla ricorrenza figurativa di specchi, finestre, soglie, scale, oggetti d’arredo. Tale ricorrenza non è al servizio di una funzione decorativa, non è scena inerte, manifesta piuttosto metaforiche allusioni al vissuto dei protagonisti e all’accentuazione delle dinamiche affettive che vedono nell’incontro tra donna e uomo, nel caso in particolare di Martha, protagonista del film, un oscillare tra obbedienza e inconsapevole dominio sull’altro. Il saggio si sofferma inoltre sulle modalità che regolano l’imperioso ordine con cui Helmut convoca Martha a unirsi a lui e sugli effetti che la brutalità con cui la prende le procurano, dando in tal modo forma alle dinamiche affettive e psichiche legate all’atto sessuale. Gli interni e gli specifici elementi architettonici partecipano delle rispettive posizioni. L’austera scala della villa e lo spazio antistante della camera da letto assurgono a spazio scenico dell’istanza di dominio di Helmut su Martha, evocando il sistema di potere tra due posizioni che sintomaticamente colludono l’una con l’altra. Porzioni del pensiero psicoanalitico arricchiscono l’analisi formale del lungometraggio.
2023
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