Con il presente contributo si vuole indagare il lungo cammino ricostruttivo affrontato dalla Corte di Cassazione nel determinare l’ambito di efficacia del giudicato esterno in campo tributario. Per fare ciò, è necessario esaminare a fondo le principali statuizioni con le quali la Suprema Corte ha cercato di dirimere la questione, tentando di comprendere le ragioni che hanno spinto l’organo di legittimità, in un primo momento, a negare ogni tipo di efficacia espansiva alla res iudicata in altro processo, per poi affermarne una valenza espansiva che è stata interpretata da molte corti di merito come, di fatto, illimitata. Il punto nevralgico dell’incertezza regnante in tale ambito si rinviene nella mancata adesione da parte della giurisprudenza di legittimità ad una visione sistematica del processo tributario (che non può prescindere da una precisa individuazione del suo oggetto) in grado di spiegarne il fenomeno. Una volta chiarito tale aspetto, è imprescindibile cercare di comprendere se la ricostruzione dell’oggetto del processo di matrice costitutivista – per molti versi considerata la più coerente a spiegare l’attuale assetto del processo tributario – sia idonea, altresì, a consentire al giudice di un successivo processo la possibilità di considerare come definitivamente decisi elementi già analizzati nel corso di un precedente contenzioso tra le stesse parti e relativi ad una diversa annualità del medesimo tributo. Se ciò fosse possibile, si contribuirebbe a deflazionare la macchina processuale con un guadagno in termini di efficacia, velocità e coerenza dei processi che gioverebbe non poco ad un sistema di contenzioso molto prossimo al collasso.

L’efficacia ultra litem del giudicato tributario tra vecchi modelli e nuove teorizzazioni: il lungo cammino della corte di cassazione nel segno di una costante incertezza sistematica

D. Corraro
2020

Abstract

Con il presente contributo si vuole indagare il lungo cammino ricostruttivo affrontato dalla Corte di Cassazione nel determinare l’ambito di efficacia del giudicato esterno in campo tributario. Per fare ciò, è necessario esaminare a fondo le principali statuizioni con le quali la Suprema Corte ha cercato di dirimere la questione, tentando di comprendere le ragioni che hanno spinto l’organo di legittimità, in un primo momento, a negare ogni tipo di efficacia espansiva alla res iudicata in altro processo, per poi affermarne una valenza espansiva che è stata interpretata da molte corti di merito come, di fatto, illimitata. Il punto nevralgico dell’incertezza regnante in tale ambito si rinviene nella mancata adesione da parte della giurisprudenza di legittimità ad una visione sistematica del processo tributario (che non può prescindere da una precisa individuazione del suo oggetto) in grado di spiegarne il fenomeno. Una volta chiarito tale aspetto, è imprescindibile cercare di comprendere se la ricostruzione dell’oggetto del processo di matrice costitutivista – per molti versi considerata la più coerente a spiegare l’attuale assetto del processo tributario – sia idonea, altresì, a consentire al giudice di un successivo processo la possibilità di considerare come definitivamente decisi elementi già analizzati nel corso di un precedente contenzioso tra le stesse parti e relativi ad una diversa annualità del medesimo tributo. Se ciò fosse possibile, si contribuirebbe a deflazionare la macchina processuale con un guadagno in termini di efficacia, velocità e coerenza dei processi che gioverebbe non poco ad un sistema di contenzioso molto prossimo al collasso.
2020
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