Dopo la sconfitta dell'Isis, la Francia, come altri Paesi occidentali, ha evitato di farsi riconsegnare le cittadine radicalizzate che chiedevano di rientrare in patria. Inizialmente Parigi riteneva che le revenantes, “quelle che tornano”, dovessero essere processate negli Stati in cui si trovavano: posizione che sollevava grandi perplessità, dal momento che la giustizia in Paesi devastati dalla guerra e ancora scossi da conflitti, come Siria e Iraq, non forniva garanzie per un processo secondo gli standard dello stato di diritto. Nei fatti, la rinuncia francese a processare sue cittadine significava abbandonarle alla loro sorte . Quanto ai minori, la scelta sarà di vagliare “caso per caso” chi far rientrare, tenendo conto in primo luogo degli orfani e dei casi in cui le madri avessero rinunciato ai diritti genitoriali, . Così una trentina di loro erano tornati in Francia prima del 2022. La possibilità di effettuare rimpatri collettivi veniva, invece, esclusa dalle autorità per il timore che il ritorno di persone legate al mondo jihadista causasse problemi di sicurezza. Le famiglie delle donne che chiedevano di rientrare, però, si sono organizzate e chiesto al governo di sottoporle a processo in Francia. Una linea , quella di Parigi, mutata solo nel 2022, di fronte all'insostenibilità della posizione di rifiuto. Vicenda, quella del compicato rimpatrio delle revenantes, che conferma come il terrorismo metta sempre alla prova lo Stato di diritto e sia complesso affrontare il fenomeno senza indurre a torsione l’ordinamento giuridico dei Paesi democratici.

Il diritto alla prova del radicalismo: il complicato rimpatrio delle muhajirat francesi

GUOLO RENZO
2023

Abstract

Dopo la sconfitta dell'Isis, la Francia, come altri Paesi occidentali, ha evitato di farsi riconsegnare le cittadine radicalizzate che chiedevano di rientrare in patria. Inizialmente Parigi riteneva che le revenantes, “quelle che tornano”, dovessero essere processate negli Stati in cui si trovavano: posizione che sollevava grandi perplessità, dal momento che la giustizia in Paesi devastati dalla guerra e ancora scossi da conflitti, come Siria e Iraq, non forniva garanzie per un processo secondo gli standard dello stato di diritto. Nei fatti, la rinuncia francese a processare sue cittadine significava abbandonarle alla loro sorte . Quanto ai minori, la scelta sarà di vagliare “caso per caso” chi far rientrare, tenendo conto in primo luogo degli orfani e dei casi in cui le madri avessero rinunciato ai diritti genitoriali, . Così una trentina di loro erano tornati in Francia prima del 2022. La possibilità di effettuare rimpatri collettivi veniva, invece, esclusa dalle autorità per il timore che il ritorno di persone legate al mondo jihadista causasse problemi di sicurezza. Le famiglie delle donne che chiedevano di rientrare, però, si sono organizzate e chiesto al governo di sottoporle a processo in Francia. Una linea , quella di Parigi, mutata solo nel 2022, di fronte all'insostenibilità della posizione di rifiuto. Vicenda, quella del compicato rimpatrio delle revenantes, che conferma come il terrorismo metta sempre alla prova lo Stato di diritto e sia complesso affrontare il fenomeno senza indurre a torsione l’ordinamento giuridico dei Paesi democratici.
2023
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