La discarica, anche se percepita comunemente come prodotto distintivo, ineluttabile e antiestetico della contemporaneità, è indiscutibilmente un elemento del paesaggio. Si può allontanare fisicamente, dislocandola nei “retri” delle città, aree di sacrificio in cui la città accumula indistintamente le strutture necessarie alla sua sopravvivenza (Siviero 2014), o allontanare mentalmente, dimenticandone la presenza, Ogni territorio urbanizzato, tuttavia, ne è provvisto in modo endemico e proporzionale rispetto agli insediamenti che lo punteggiano, ed alla morfologia che lo caratterizza. Il termine discarica ha assunto nel tempo, e tanto più oggi, un’accezione negativa: è il luogo dove si accumulano i prodotti di scarto, oggetti, materiali e sostanze che rappresentano il lato deteriore, spesso invisibile, del benessere e della crescita: tanto più vitale è la crescita economica, secondo il modello prevalente nella cultura occidentale contemporanea, tanto maggiore è la quantità e la dimensione dello scarto che ne deriva, e tanto più complesse le azioni necessarie a nasconderlo, dislocarlo, conservarlo nel tempo e isolarlo, non solo dall’ambiente che lo circonda, ma dall’attenzione delle popolazioni che vivono in quel territorio. E se invece la discarica fosse una riserva di spazio? Se, al contrario di quanto avviene oggi, la discarica partecipasse attivamente al ciclo di vita della città, invece che costituirne l’ultimo e dimenticato stadio? Questo contributo illustra la sperimentazione progettuale compiuta su una delle numerose discariche che scandiscono il territorio della Pianura Padana. La sperimentazione è stata condotta all’interno di ReLOAD-UniPD, Laboratorio dell’Università degli Studi di Padova che affronta le diverse tematiche offerte dalla città contemporanea e dalle sue trasformazioni, con gli strumenti del progetto. Il caso studio, la discarica di Ca’ Rossa a Chioggia (VE), è preso a modello per sperimentare le possibilità di riuso di questi luoghi come spazi pubblici, anche alla luce della loro condizione di necessario isolamento e dei numerosi vincoli che la loro natura tecnica e amministrativa impone.

Modellare la discarica in un'opera di landart. Un plateau nella laguna sud di Venezia - Moulding the landfill into landart. A plateau upon the southern venetian lagoon

siviero, luigi
;
2023

Abstract

La discarica, anche se percepita comunemente come prodotto distintivo, ineluttabile e antiestetico della contemporaneità, è indiscutibilmente un elemento del paesaggio. Si può allontanare fisicamente, dislocandola nei “retri” delle città, aree di sacrificio in cui la città accumula indistintamente le strutture necessarie alla sua sopravvivenza (Siviero 2014), o allontanare mentalmente, dimenticandone la presenza, Ogni territorio urbanizzato, tuttavia, ne è provvisto in modo endemico e proporzionale rispetto agli insediamenti che lo punteggiano, ed alla morfologia che lo caratterizza. Il termine discarica ha assunto nel tempo, e tanto più oggi, un’accezione negativa: è il luogo dove si accumulano i prodotti di scarto, oggetti, materiali e sostanze che rappresentano il lato deteriore, spesso invisibile, del benessere e della crescita: tanto più vitale è la crescita economica, secondo il modello prevalente nella cultura occidentale contemporanea, tanto maggiore è la quantità e la dimensione dello scarto che ne deriva, e tanto più complesse le azioni necessarie a nasconderlo, dislocarlo, conservarlo nel tempo e isolarlo, non solo dall’ambiente che lo circonda, ma dall’attenzione delle popolazioni che vivono in quel territorio. E se invece la discarica fosse una riserva di spazio? Se, al contrario di quanto avviene oggi, la discarica partecipasse attivamente al ciclo di vita della città, invece che costituirne l’ultimo e dimenticato stadio? Questo contributo illustra la sperimentazione progettuale compiuta su una delle numerose discariche che scandiscono il territorio della Pianura Padana. La sperimentazione è stata condotta all’interno di ReLOAD-UniPD, Laboratorio dell’Università degli Studi di Padova che affronta le diverse tematiche offerte dalla città contemporanea e dalle sue trasformazioni, con gli strumenti del progetto. Il caso studio, la discarica di Ca’ Rossa a Chioggia (VE), è preso a modello per sperimentare le possibilità di riuso di questi luoghi come spazi pubblici, anche alla luce della loro condizione di necessario isolamento e dei numerosi vincoli che la loro natura tecnica e amministrativa impone.
2023
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3511370
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