Il saggio si occupa del d.lgs. n. 19/2023, che ha recepito nel nostro paese la direttiva sulle operazioni transfrontaliere (Direttiva n. 2121/2019/Ue). Dopo aver inquadrato la direttiva de qua nel lungo e faticoso processo di armonizzazione europea del diritto societario, profondamente condizionato dall’approccio integrazionistico della Corte di Giustizia, il contributo esamina gli assi portanti del d.lgs. n. 19/2023, nel complesso molto aderente al diritto europeo del quale costituisce attuazione. Il medesimo approccio del legislatore nazionale si riscontra anche nelle disposizioni sul coinvolgimento dei lavoratori, specialmente in quelle volte a evitare l’elusione dei dispositivi partecipativi esistenti nelle società straniere che partecipano alle operazioni transfrontaliere, peraltro scritte con tecnica legislativa assai opinabile. La fedeltà alla direttiva si spiega con gli effetti transnazionali della disciplina in questione, che non consentono divaricazioni troppo marcate nei recepimenti nazionali. Per un avanzamento sulla via della partecipazione dei lavoratori occorre allora affidarsi al legislatore nazionale, nell’ambito di un provvedimento che attui finalmente l’art. 46 della Costituzione.

IL RECEPIMENTO IN ITALIA DELLA DIRETTIVA SULLE OPERAZIONI TRANSFRONTALIERE (EU MOBILIY DIRECTIVE). SUGGESTIONI PER UN RILANCIO DEL DIBATTITO SULLA PARTECIPAZIONE?

Marco Speranzin
;
2024

Abstract

Il saggio si occupa del d.lgs. n. 19/2023, che ha recepito nel nostro paese la direttiva sulle operazioni transfrontaliere (Direttiva n. 2121/2019/Ue). Dopo aver inquadrato la direttiva de qua nel lungo e faticoso processo di armonizzazione europea del diritto societario, profondamente condizionato dall’approccio integrazionistico della Corte di Giustizia, il contributo esamina gli assi portanti del d.lgs. n. 19/2023, nel complesso molto aderente al diritto europeo del quale costituisce attuazione. Il medesimo approccio del legislatore nazionale si riscontra anche nelle disposizioni sul coinvolgimento dei lavoratori, specialmente in quelle volte a evitare l’elusione dei dispositivi partecipativi esistenti nelle società straniere che partecipano alle operazioni transfrontaliere, peraltro scritte con tecnica legislativa assai opinabile. La fedeltà alla direttiva si spiega con gli effetti transnazionali della disciplina in questione, che non consentono divaricazioni troppo marcate nei recepimenti nazionali. Per un avanzamento sulla via della partecipazione dei lavoratori occorre allora affidarsi al legislatore nazionale, nell’ambito di un provvedimento che attui finalmente l’art. 46 della Costituzione.
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