Il saggio, pubblicato all’interno di un numero monografico della rivista L’avventura dedicato alla scrittura soggettiva di attrici, ripercorre l’autobiografia redatta dall’attrice nel 2017 in cui vengono rievocati momenti significativi della sua esistenza e della sua pratica artistica. Nell’analizzare il volume si è scelto di abbracciare una prospettiva di lettura che riconosce nella singolare composizione della scrittura la forma di un «racconto di analisi». Ovvero, si è osservato come in molteplici brani emerga un processo di “assunzione soggettiva” da parte di Adriana Asti accostabile a riflessioni di matrice psicoanalitica. È stato inoltre significativo cogliere in qual modo questa peculiare configurazione di scrittura rappresenti una sorta di tassello all’interno di un mosaico composto da echi, diramazioni e sconfinamenti in forme mediali ed espressive diverse. Sono stati quindi esplorati i rapporti con il testo pubblicato un anno prima Ricordare e dimenticare e più in profondità con la piéce teatrale Memorie di Adriana (2017) da lei interpretata. Infine, nell’analisi delle varie interconnessioni tra le differenti narrazioni di sé dell’autrice è parso importante rintracciare nel film di Bernardo Bertolucci Prima della rivoluzione (1964), e specialmente nella interpretazione di Asti, un fitto ordito che si è irraggiato in riflessioni presenti nella sua autobiografia, principalmente rispetto alla singolare concezione del tempo.
«Il tempo non esiste: è solo qualcosa che mi spinge in avanti». Riflessioni su Un futuro infinito. Piccola autobiografia di Adriana Asti
Rosamaria Salvatore
2024
Abstract
Il saggio, pubblicato all’interno di un numero monografico della rivista L’avventura dedicato alla scrittura soggettiva di attrici, ripercorre l’autobiografia redatta dall’attrice nel 2017 in cui vengono rievocati momenti significativi della sua esistenza e della sua pratica artistica. Nell’analizzare il volume si è scelto di abbracciare una prospettiva di lettura che riconosce nella singolare composizione della scrittura la forma di un «racconto di analisi». Ovvero, si è osservato come in molteplici brani emerga un processo di “assunzione soggettiva” da parte di Adriana Asti accostabile a riflessioni di matrice psicoanalitica. È stato inoltre significativo cogliere in qual modo questa peculiare configurazione di scrittura rappresenti una sorta di tassello all’interno di un mosaico composto da echi, diramazioni e sconfinamenti in forme mediali ed espressive diverse. Sono stati quindi esplorati i rapporti con il testo pubblicato un anno prima Ricordare e dimenticare e più in profondità con la piéce teatrale Memorie di Adriana (2017) da lei interpretata. Infine, nell’analisi delle varie interconnessioni tra le differenti narrazioni di sé dell’autrice è parso importante rintracciare nel film di Bernardo Bertolucci Prima della rivoluzione (1964), e specialmente nella interpretazione di Asti, un fitto ordito che si è irraggiato in riflessioni presenti nella sua autobiografia, principalmente rispetto alla singolare concezione del tempo.Pubblicazioni consigliate
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