Il saggio prende in esame per la prima volta in maniera sistematica i riferimenti alla musica e le metafore musicali di cui sono costellati gli scritti retorici di Agostino Mascardi (1590-1640), figura centrale della cultura romana nei primi decenni del Seicento, analizzando con particolare attenzione il suo discorso Della dialettica e della musica (1627). Nel dicembre del 1621 Mascardi, poco dopo essersi trasferito a Genova, fu nominato lettore dell’Accademia degli Addormentati e iniziò un’opera di commento della Tavola di Cebete tebano, un dialogo filosofico-morale allora attribuito al filosofo pitagorico Cebete e ora ricondotto all’ambito delle scuole filosofiche del I-II sec. d. C. L’opera consiste nella descrizione (ecfrasi) delle immagini dipinte in un quadro votivo che alludeva al cammino che conduce l’uomo a raggiungere la sapienza e la virtù. Il commento del retore sarebbe confluito nei Discorsi morali su la Tavola di Cebete tebano (Venezia, 1627), un’opera divisa in quattro parti e composta da 35 discorsi intessuta di citazioni dei maggiori filosofi e poeti antichi (Platone, Seneca, Omero, Virgilio) e moderni (Dante, Petrarca, Ariosto, Tasso, Lipsio). Il terzo discorso della terza parte, intitolato Della dialettica e della musica, è dedicato in realtà quasi interamente all’arte musicale e include numerose citazioni riferite alla musica tratte da opere poetico-letterarie e filosofiche antiche e moderne. Oltre a individuare la maggior parte delle fonti di questi riferimenti, il saggio si interpella sul loro senso e rileva, in questo e altri scritti retorici di Mascardi (come le Orazioni del 1622), la presenza di numerosi passaggi in cui la musica è evocata come metafora del processo di trasformazione interiore, nonché di termini musicali aggiornati e cenni a moderni procedimenti compositivi o di prassi esecutiva (ricercata, groppo, passaggio). Si propone infine una riflessione su quanto i riferimenti alla musica individuati nelle opere di Mascardi possano rivelare a proposito della cultura musicale e della maniera in cui un intellettuale di spicco del primo Seicento concepiva e viveva l’arte musicale. The essay examines for the first time in a systematic way the references to music and the musical metaphors that dot the rhetorical writings of Agostino Mascardi (1590-1640), a central figure of Roman culture in the first decades of the seventeenth century, analyzing with particular attention his speech Della dialettica e della musica (1627). In December 1621, shortly after moving to Genoa, Mascardi was appointed reader of the local Accademia degli Addormentati and began a commentary on the Tavola di Cebete tebano, a philosophical-moral dialogue then attributed to the Pythagorean philosopher Cebes and now traced back to the philosophical schools of the 1st-2nd century AD. The work consists of the description (ecphrasis) of the images painted in a votive painting that alluded to the path that leads man to reach wisdom and virtue. The rhetorician's commentary would flow into the Discorsi morali su la Tavola di Cebete tebano (Venice, 1627), a work divided into four parts and composed of 35 speeches woven with quotations from the greatest ancient (Plato, Seneca, Homer, Virgil) and modern (Dante, Petrarca, Ariosto, Tasso, Lipsius) philosophers and poets. The third speech of the third part, entitled Della dialettica e della musica (On dialectics and music), is in fact almost entirely dedicated to the art of music and includes numerous quotations referring to music taken from ancient and modern poetic-literary and philosophical works. In addition to identifying most of the sources of these references, the essay questions their meaning and notes, in this and other rhetorical writings by Mascardi (such as the Orationi of 1622), the presence of numerous passages in which music is evoked as a metaphor for the process of interior transformation, as well as updated musical terms and references to modern compositional procedures or performance practice (ricercata, groppo, passaggio). Finally, a reflection is proposed on how much the references to music identified in Mascardi's works can reveal about musical culture and the way in which a prominent intellectual of the early seventeenth century conceived and lived the art of music.

«Fa ritratto alla Luna». La musica negli scritti di Agostino Mascardi (1590-1540)

Marina Toffetti
2024

Abstract

Il saggio prende in esame per la prima volta in maniera sistematica i riferimenti alla musica e le metafore musicali di cui sono costellati gli scritti retorici di Agostino Mascardi (1590-1640), figura centrale della cultura romana nei primi decenni del Seicento, analizzando con particolare attenzione il suo discorso Della dialettica e della musica (1627). Nel dicembre del 1621 Mascardi, poco dopo essersi trasferito a Genova, fu nominato lettore dell’Accademia degli Addormentati e iniziò un’opera di commento della Tavola di Cebete tebano, un dialogo filosofico-morale allora attribuito al filosofo pitagorico Cebete e ora ricondotto all’ambito delle scuole filosofiche del I-II sec. d. C. L’opera consiste nella descrizione (ecfrasi) delle immagini dipinte in un quadro votivo che alludeva al cammino che conduce l’uomo a raggiungere la sapienza e la virtù. Il commento del retore sarebbe confluito nei Discorsi morali su la Tavola di Cebete tebano (Venezia, 1627), un’opera divisa in quattro parti e composta da 35 discorsi intessuta di citazioni dei maggiori filosofi e poeti antichi (Platone, Seneca, Omero, Virgilio) e moderni (Dante, Petrarca, Ariosto, Tasso, Lipsio). Il terzo discorso della terza parte, intitolato Della dialettica e della musica, è dedicato in realtà quasi interamente all’arte musicale e include numerose citazioni riferite alla musica tratte da opere poetico-letterarie e filosofiche antiche e moderne. Oltre a individuare la maggior parte delle fonti di questi riferimenti, il saggio si interpella sul loro senso e rileva, in questo e altri scritti retorici di Mascardi (come le Orazioni del 1622), la presenza di numerosi passaggi in cui la musica è evocata come metafora del processo di trasformazione interiore, nonché di termini musicali aggiornati e cenni a moderni procedimenti compositivi o di prassi esecutiva (ricercata, groppo, passaggio). Si propone infine una riflessione su quanto i riferimenti alla musica individuati nelle opere di Mascardi possano rivelare a proposito della cultura musicale e della maniera in cui un intellettuale di spicco del primo Seicento concepiva e viveva l’arte musicale. The essay examines for the first time in a systematic way the references to music and the musical metaphors that dot the rhetorical writings of Agostino Mascardi (1590-1640), a central figure of Roman culture in the first decades of the seventeenth century, analyzing with particular attention his speech Della dialettica e della musica (1627). In December 1621, shortly after moving to Genoa, Mascardi was appointed reader of the local Accademia degli Addormentati and began a commentary on the Tavola di Cebete tebano, a philosophical-moral dialogue then attributed to the Pythagorean philosopher Cebes and now traced back to the philosophical schools of the 1st-2nd century AD. The work consists of the description (ecphrasis) of the images painted in a votive painting that alluded to the path that leads man to reach wisdom and virtue. The rhetorician's commentary would flow into the Discorsi morali su la Tavola di Cebete tebano (Venice, 1627), a work divided into four parts and composed of 35 speeches woven with quotations from the greatest ancient (Plato, Seneca, Homer, Virgil) and modern (Dante, Petrarca, Ariosto, Tasso, Lipsius) philosophers and poets. The third speech of the third part, entitled Della dialettica e della musica (On dialectics and music), is in fact almost entirely dedicated to the art of music and includes numerous quotations referring to music taken from ancient and modern poetic-literary and philosophical works. In addition to identifying most of the sources of these references, the essay questions their meaning and notes, in this and other rhetorical writings by Mascardi (such as the Orationi of 1622), the presence of numerous passages in which music is evoked as a metaphor for the process of interior transformation, as well as updated musical terms and references to modern compositional procedures or performance practice (ricercata, groppo, passaggio). Finally, a reflection is proposed on how much the references to music identified in Mascardi's works can reveal about musical culture and the way in which a prominent intellectual of the early seventeenth century conceived and lived the art of music.
2024
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3545653
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