Il saggio prende in esame un corpus di cinquantuno canzoni, composte nel secondo Quattrocento dai principali lirici orbitanti attorno alla corte estense. Lo studio degli schemi metrici si accompagna all’esame delle strategie sintattiche esperite dagli autori: in particolare, l’obbiettivo è chiarire la natura del rapporto fra le due dimensioni, che è variabile nei diversi testi e costituisce un elemento centrale per definirne la fisionomia stilistica. La prima parte del lavoro offre uno sguardo panoramico, descrivendo la prassi dei minori (Filippo Nuvoloni, anonimo del Canzoniere Costabili, Antonio Cornazano, Ludovico Sandeo, Bernardo Ilicino, Niccolò da Correggio) e dedicando qualche nota preliminare anche alle canzoni di Giusto de’ Conti, modello fondamentale per la lirica di ispirazione petrarchesca nel Quattrocento. Ciò consente di contestualizzare – e far ulteriormente risaltare – lo straordinario sperimentalismo dei componimenti di Matteo Maria Boiardo, ai quali è dedicata la seconda parte della trattazione. Il virtuosismo metrico e costruttivo dell’autore degli Amorum libri viene dunque inserito all’interno della storia della canzone quattrocentesca e al contempo è interpretato nella sua relazione con i nodi più profondi della lirica boiardesca.

«Rime inaudite e disusati versi». La canzone nella Ferrara del secondo Quattrocento. Note metrico-sintattiche. Parte II, «Giornale storico della letteratura italiana», CII, 2025

Leonardo Bellomo
In corso di stampa

Abstract

Il saggio prende in esame un corpus di cinquantuno canzoni, composte nel secondo Quattrocento dai principali lirici orbitanti attorno alla corte estense. Lo studio degli schemi metrici si accompagna all’esame delle strategie sintattiche esperite dagli autori: in particolare, l’obbiettivo è chiarire la natura del rapporto fra le due dimensioni, che è variabile nei diversi testi e costituisce un elemento centrale per definirne la fisionomia stilistica. La prima parte del lavoro offre uno sguardo panoramico, descrivendo la prassi dei minori (Filippo Nuvoloni, anonimo del Canzoniere Costabili, Antonio Cornazano, Ludovico Sandeo, Bernardo Ilicino, Niccolò da Correggio) e dedicando qualche nota preliminare anche alle canzoni di Giusto de’ Conti, modello fondamentale per la lirica di ispirazione petrarchesca nel Quattrocento. Ciò consente di contestualizzare – e far ulteriormente risaltare – lo straordinario sperimentalismo dei componimenti di Matteo Maria Boiardo, ai quali è dedicata la seconda parte della trattazione. Il virtuosismo metrico e costruttivo dell’autore degli Amorum libri viene dunque inserito all’interno della storia della canzone quattrocentesca e al contempo è interpretato nella sua relazione con i nodi più profondi della lirica boiardesca.
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