Il saggio affronta, in chiave sistematica, il problema della decorrenza della prescrizione dell’azione di responsabilità del revisore legale dei conti, analizzando l’art. 15, comma 3, del d.lgs. 39/2010 alla luce dei principi generali in materia di responsabilità civile e dei valori costituzionali di effettività della tutela. Muovendo dalla ricostruzione storica e comparata della disciplina, l’autore mostra come la scelta del legislatore italiano — di far decorrere il termine prescrizionale dalla data di deposito della relazione di revisione — si discosti dai principi di giustizia sostanziale e crei un’irragionevole disparità di trattamento rispetto agli altri organi sociali (amministratori e sindaci), violando la logica unitaria del sistema dei controlli societari. La riflessione si sposta poi sul piano dogmatico: la conoscibilità del danno viene proposta come elemento costitutivo del diritto al risarcimento, in coerenza con l’art. 2935 c.c. e con il principio actioni nondum natae non praescribitur. L’analisi critica della pronuncia della Corte costituzionale n. 115/2024 mette in luce le incoerenze derivanti dall’ammettere la decorrenza della prescrizione prima che il danno sia effettivamente percepibile, soprattutto nei casi di danni “lungo-latenti” o tecnicamente complessi, come quelli derivanti da errori di revisione contabile. Il saggio si propone, dunque, come una riflessione più ampia sulla funzione del diritto della prescrizione: non mero strumento di certezza, ma istituto che deve essere interpretato alla luce dell’effettività della tutela giurisdizionale (artt. 2 e 24 Cost.). In tale prospettiva, la soluzione proposta è quella di un’interpretazione costituzionalmente orientata dell’art. 15 d.lgs. 39/2010, secondo cui il termine inizia a decorrere solo dal momento in cui il danno diviene conoscibile. Sul piano comparatistico ed economico, l’autore collega il tema della prescrizione a quello della proportionate liability del revisore, mostrando come la ratio della direttiva 2006/43/CE e della Raccomandazione CE 2008 miri non a ridurre temporalmente la responsabilità, ma a calibrarla sull’effettivo contributo causale. In conclusione, il contributo propone una riconciliazione tra esigenze di efficienza del mercato e tutela effettiva del danneggiato, riaffermando la centralità del principio per cui la prescrizione non può correre prima che il diritto sia nato.
Actioni nondum natae non praescribitur: il caso del revisore legale
giovanni calabrese
2024
Abstract
Il saggio affronta, in chiave sistematica, il problema della decorrenza della prescrizione dell’azione di responsabilità del revisore legale dei conti, analizzando l’art. 15, comma 3, del d.lgs. 39/2010 alla luce dei principi generali in materia di responsabilità civile e dei valori costituzionali di effettività della tutela. Muovendo dalla ricostruzione storica e comparata della disciplina, l’autore mostra come la scelta del legislatore italiano — di far decorrere il termine prescrizionale dalla data di deposito della relazione di revisione — si discosti dai principi di giustizia sostanziale e crei un’irragionevole disparità di trattamento rispetto agli altri organi sociali (amministratori e sindaci), violando la logica unitaria del sistema dei controlli societari. La riflessione si sposta poi sul piano dogmatico: la conoscibilità del danno viene proposta come elemento costitutivo del diritto al risarcimento, in coerenza con l’art. 2935 c.c. e con il principio actioni nondum natae non praescribitur. L’analisi critica della pronuncia della Corte costituzionale n. 115/2024 mette in luce le incoerenze derivanti dall’ammettere la decorrenza della prescrizione prima che il danno sia effettivamente percepibile, soprattutto nei casi di danni “lungo-latenti” o tecnicamente complessi, come quelli derivanti da errori di revisione contabile. Il saggio si propone, dunque, come una riflessione più ampia sulla funzione del diritto della prescrizione: non mero strumento di certezza, ma istituto che deve essere interpretato alla luce dell’effettività della tutela giurisdizionale (artt. 2 e 24 Cost.). In tale prospettiva, la soluzione proposta è quella di un’interpretazione costituzionalmente orientata dell’art. 15 d.lgs. 39/2010, secondo cui il termine inizia a decorrere solo dal momento in cui il danno diviene conoscibile. Sul piano comparatistico ed economico, l’autore collega il tema della prescrizione a quello della proportionate liability del revisore, mostrando come la ratio della direttiva 2006/43/CE e della Raccomandazione CE 2008 miri non a ridurre temporalmente la responsabilità, ma a calibrarla sull’effettivo contributo causale. In conclusione, il contributo propone una riconciliazione tra esigenze di efficienza del mercato e tutela effettiva del danneggiato, riaffermando la centralità del principio per cui la prescrizione non può correre prima che il diritto sia nato.Pubblicazioni consigliate
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