Lo scritto si sviluppa intorno al tema della elusione fiscale e alla possibilità che tale concetto, oggi declinato in termini ancora assai eteromorfi all’interno dei singoli ordinamenti nazionali, venga prospetticamente ricondotto ad un’unitaria ed unificante dimensione comunitaria (almeno per quanto riguarda i comparti impositivi “armonizzati”) sotto l’etichetta terminologica di <<comportamento abusivo>>. Lo spunto per le riflessioni elaborate viene fornito dalla sentenza Halifax della Corte di Giustizia CE che, in maniera innovativa ed inaspettata, apre la strada all’impiego diretto dell’immanente principio del divieto di abuso nella materia tributaria. Si tratta delle sentenza Halifax, vero e proprio leading case, in cui per la prima volta si appalesano i prodromi di quello straordinario sovvertimento della prospettiva di studio e di inquadramento dei fenomeni fiscali che – ancora oggi – domina la scena del dibattito scientifico. Il maggior pregio del lavoro, dunque, sta nell’enucleazione dei connotati strutturali e tipizzanti del percorso ermeneutico di stampo “creativo” che ha consentito d’estrarre dalla disciplina sostanziale (nel caso specifico, la disciplina in punto di imposta sul valore aggiunto) un rimedio giuridico immanente e non codificato, capace di piegare il processo interpretativo alla esigenza della sterilizzazione di ogni vantaggio fiscale che si ponga in contrasto con gli obbiettivi perseguiti dal legislatore. Gli ulteriori ambiti problematici, attinenti alla pericolosa sovrapposizione dei concetti di elusione ed evasione fiscale e all’implicito azzeramento della fase di contraddittorio preventivo (invece essenziale ai fini del sindacato di elusività) sono del pari già prefigurati.

La Corte di Giustizia elabora il concetto di "comportamento abusivo" in materia d'IVA e ne tratteggia le conseguenze sul piano impositivo: epifania di una clausola generale antielusiva di matrice comunitaria?

POGGIOLI, MARCELLO
2006

Abstract

Lo scritto si sviluppa intorno al tema della elusione fiscale e alla possibilità che tale concetto, oggi declinato in termini ancora assai eteromorfi all’interno dei singoli ordinamenti nazionali, venga prospetticamente ricondotto ad un’unitaria ed unificante dimensione comunitaria (almeno per quanto riguarda i comparti impositivi “armonizzati”) sotto l’etichetta terminologica di <>. Lo spunto per le riflessioni elaborate viene fornito dalla sentenza Halifax della Corte di Giustizia CE che, in maniera innovativa ed inaspettata, apre la strada all’impiego diretto dell’immanente principio del divieto di abuso nella materia tributaria. Si tratta delle sentenza Halifax, vero e proprio leading case, in cui per la prima volta si appalesano i prodromi di quello straordinario sovvertimento della prospettiva di studio e di inquadramento dei fenomeni fiscali che – ancora oggi – domina la scena del dibattito scientifico. Il maggior pregio del lavoro, dunque, sta nell’enucleazione dei connotati strutturali e tipizzanti del percorso ermeneutico di stampo “creativo” che ha consentito d’estrarre dalla disciplina sostanziale (nel caso specifico, la disciplina in punto di imposta sul valore aggiunto) un rimedio giuridico immanente e non codificato, capace di piegare il processo interpretativo alla esigenza della sterilizzazione di ogni vantaggio fiscale che si ponga in contrasto con gli obbiettivi perseguiti dal legislatore. Gli ulteriori ambiti problematici, attinenti alla pericolosa sovrapposizione dei concetti di elusione ed evasione fiscale e all’implicito azzeramento della fase di contraddittorio preventivo (invece essenziale ai fini del sindacato di elusività) sono del pari già prefigurati.
2006
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