RiassuntoQuesto lavoro è volto ad analizzare le caratteristiche della memoria di lavoro di individui con ritardo mentale dovuto a sindrome genetica a confronto con individui normodotati di pari età mentale. Tre sono le ipotesi di base:1. gli individui con ritardo mentale, a parità di età mentale, manifestano carenze di memoria di lavoro;2. tali carenze sono maggiori relativamente alla componente verbale che non a quella visuo-spaziale;3. esse sono maggiori nelle prove che richiedono maggiore controllo metacognitivo.Queste ipotesi sono state verificate attraverso due studi realizzati su due gruppi di soggetti con ritardo mentale di età media di 5 anni e 2 mesi il primo e 5 anni e 4 mesi il secondo, appaiati a due gruppi di soggetti normodotati sulla base dell’età mentale, valutata in termini di sviluppo del pensiero logico. Nel primo studio sono state utilizzate quattro prove di memoria di lavoro verbale richiedenti differenti livelli di controllo metacognitivo: basso (span di parole), medio-basso ( span di parole al contrario), medio-alto (memoria selettiva del primo item della serie) e alto (doppio compito). Nel secondo studio sono state invece utilizzate quattro prove visuo-spaziali sempre ordinate rispetto al controllo metacognitivo richiesto: memoria di posizioni, memoria di percorsi, ricordo selettivo e doppio compito. I risultati ottenuti sono discussi in relazione ai modelli di memoria di lavoro e alle implicazioni della memoria di lavoro nel funzionamento dell’intelligenza.

Ritardo mentale per cause genetiche: carenze specifiche nella memoria di lavoro?

LANFRANCHI, SILVIA;CORNOLDI, CESARE;VIANELLO, RENZO
2003

Abstract

RiassuntoQuesto lavoro è volto ad analizzare le caratteristiche della memoria di lavoro di individui con ritardo mentale dovuto a sindrome genetica a confronto con individui normodotati di pari età mentale. Tre sono le ipotesi di base:1. gli individui con ritardo mentale, a parità di età mentale, manifestano carenze di memoria di lavoro;2. tali carenze sono maggiori relativamente alla componente verbale che non a quella visuo-spaziale;3. esse sono maggiori nelle prove che richiedono maggiore controllo metacognitivo.Queste ipotesi sono state verificate attraverso due studi realizzati su due gruppi di soggetti con ritardo mentale di età media di 5 anni e 2 mesi il primo e 5 anni e 4 mesi il secondo, appaiati a due gruppi di soggetti normodotati sulla base dell’età mentale, valutata in termini di sviluppo del pensiero logico. Nel primo studio sono state utilizzate quattro prove di memoria di lavoro verbale richiedenti differenti livelli di controllo metacognitivo: basso (span di parole), medio-basso ( span di parole al contrario), medio-alto (memoria selettiva del primo item della serie) e alto (doppio compito). Nel secondo studio sono state invece utilizzate quattro prove visuo-spaziali sempre ordinate rispetto al controllo metacognitivo richiesto: memoria di posizioni, memoria di percorsi, ricordo selettivo e doppio compito. I risultati ottenuti sono discussi in relazione ai modelli di memoria di lavoro e alle implicazioni della memoria di lavoro nel funzionamento dell’intelligenza.
2003
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2460977
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