In questi anni la ricerca psicologica ha preso in esame le abitudini di studio degli studenti universitari e ha cercato di mettere in luce le relazioni tra il modo di studiare e il rendimento accademico allo scopo di descrivere gli aspetti strategici, metacognitivi, motivazionali che caratterizzano lo studente di successo. È stato dimostrato che gli studenti di successo sono flessibili nella scelta delle strategie (Wood, Motz e Willoughby, 1998), preferiscono adottare strategie basate sulla schematizzazione ed elaborazione personale del materiale piuttosto che strategie guidate dal testo (Ley e Young, 1998), mettono in atto molteplici comportamenti che facilitano uno studio strategico e motivato, adattando le proprie conoscenze e abilità alle diverse situazioni (Moè e De Beni, 2000; Chemers, Hu e Garcia, 2001), sono più metacognitivi (De Beni, Moè e Rizzato, 2003; Moè e De Beni, 2003; Pressley, Yokoi, Van Meter, Van Etten e Freebern, 1997), hanno una buona autoregolazione della propria attività di studio (Hofer, Yu e Pintrich, 1998), sono più organizzati (Moè e De Beni, 2000) e più abili nella valutazione della propria preparazione (Drew e Watkins, 1998). Presentano inoltre uno stile attributivo centrato sull’impegno (Sinkavich, 1994; Moè e De Beni, 2002), si pongono principalmente obiettivi di padronanza piuttosto che di prestazione (Archer, 1994; Dweck, 1999), hanno alti livelli di motivazione intrinseca (Albaili, 1997) e di autoefficacia (Wolters, 1998). Altri studi hanno dimostrato come le emozioni legate allo studio svolgano un ruolo importante nel processo di apprendimento e siano strettamente collegate agli aspetti cognitivi e motivazionali (Hareli e Weiner, 2002; Boekaerts, 2003; Pekrun, Goetz, Titz e Perry, 2002). Infatti è stato dimostrato che le reazioni emotive provate dallo studente sono un elemento essenziale per comprendere numerose variabili cognitivo- motivazionali (Boekaerts, 2003; Turner, Husman e Schallert, 2002) connesse all’apprendimento e contribuiscono a spiegare il successo nello studio a livello accademico (Mega, Moè, Pazzaglia, Rizzato e De Beni, 2007). Fredrickson (2001) ha evidenziato che quando le emozioni positive sono provate in stretta associazione a quelle negative, possono annullare gli effetti dannosi che queste ultime hanno sulla prestazione e questo tipo di bilanciamento sarebbe in grado di predire il successo nello studio universitario. Infatti gli studenti in regola con gli esami, pur riportando emozioni negative, vivono maggiori emozioni positive nei confronti dello studio (Mega et al., 2007). Inoltre gli studenti che riportano emozioni positive usano strategie flessibili e creative, quali l’organizzazione e l’elaborazione del materiale, mentre coloro che provano in prevalenza emozioni negative si limitano ad utilizzare strategie più rigide e superficiali (Pekrun et al., 2002). Le emozioni positive dirigono l’attenzione dello studente verso il compito e sostengono un approccio autoregolato nello studio, come il monitoraggio e l’autovalutazione del proprio modo di studiare, facilitando l’apprendimento e la prestazione. Partendo da tali premesse teoriche l’equipe del SAP-DSA (Servizio di Assistenza Psicologica per gli studenti dell’Università degli Studi di Padova per le Difficoltà di Studio e Apprendimento) ha sviluppato una modalità di intervento per la promozione delle abilità di studio con gruppi di studenti universitari (De Beni e Moè, 1997; De Beni e Rizzato, 2002). La finalità dei gruppi di studio organizzati dal SAPDSA è di migliorare o di perfezionare il metodo di studio degli studenti al fine di renderlo meno dispendioso e più efficace. Vengono favorite e incoraggiate da una parte la riflessione e la discussione sui diversi ambiti dell’apprendimento, dall’altra l’analisi e l’approfondimento delle abitudini e dei comportamenti di studio. La metodologia di lavoro si basa su un approccio di tipo metacognitivo che mira a sviluppare negli studenti maggiore consapevolezza e controllo circa le strategie di studio da loro adottate e la loro efficacia, allo scopo di aiutarli ad individuare i punti di forza e di debolezza del proprio modo di studiare. Con il presente lavoro si intende analizzare se tale intervento metacognitivo può da una parte aiutare lo studente a migliorare il suo metodo di studio rendendolo più autonomo, flessibile e consapevole, e dall’altra portarlo a vivere positivamente il proprio ruolo di studente, riportando piacere e interesse nell’apprendimento.

Strategie di autoregolazione ed emozioni legateallo studio:un intervento per la promozione delle abilità  di studio con gruppi di studenti universitari.

MENEGHETTI, CHIARA;DE BENI, ROSSANA
2008

Abstract

In questi anni la ricerca psicologica ha preso in esame le abitudini di studio degli studenti universitari e ha cercato di mettere in luce le relazioni tra il modo di studiare e il rendimento accademico allo scopo di descrivere gli aspetti strategici, metacognitivi, motivazionali che caratterizzano lo studente di successo. È stato dimostrato che gli studenti di successo sono flessibili nella scelta delle strategie (Wood, Motz e Willoughby, 1998), preferiscono adottare strategie basate sulla schematizzazione ed elaborazione personale del materiale piuttosto che strategie guidate dal testo (Ley e Young, 1998), mettono in atto molteplici comportamenti che facilitano uno studio strategico e motivato, adattando le proprie conoscenze e abilità alle diverse situazioni (Moè e De Beni, 2000; Chemers, Hu e Garcia, 2001), sono più metacognitivi (De Beni, Moè e Rizzato, 2003; Moè e De Beni, 2003; Pressley, Yokoi, Van Meter, Van Etten e Freebern, 1997), hanno una buona autoregolazione della propria attività di studio (Hofer, Yu e Pintrich, 1998), sono più organizzati (Moè e De Beni, 2000) e più abili nella valutazione della propria preparazione (Drew e Watkins, 1998). Presentano inoltre uno stile attributivo centrato sull’impegno (Sinkavich, 1994; Moè e De Beni, 2002), si pongono principalmente obiettivi di padronanza piuttosto che di prestazione (Archer, 1994; Dweck, 1999), hanno alti livelli di motivazione intrinseca (Albaili, 1997) e di autoefficacia (Wolters, 1998). Altri studi hanno dimostrato come le emozioni legate allo studio svolgano un ruolo importante nel processo di apprendimento e siano strettamente collegate agli aspetti cognitivi e motivazionali (Hareli e Weiner, 2002; Boekaerts, 2003; Pekrun, Goetz, Titz e Perry, 2002). Infatti è stato dimostrato che le reazioni emotive provate dallo studente sono un elemento essenziale per comprendere numerose variabili cognitivo- motivazionali (Boekaerts, 2003; Turner, Husman e Schallert, 2002) connesse all’apprendimento e contribuiscono a spiegare il successo nello studio a livello accademico (Mega, Moè, Pazzaglia, Rizzato e De Beni, 2007). Fredrickson (2001) ha evidenziato che quando le emozioni positive sono provate in stretta associazione a quelle negative, possono annullare gli effetti dannosi che queste ultime hanno sulla prestazione e questo tipo di bilanciamento sarebbe in grado di predire il successo nello studio universitario. Infatti gli studenti in regola con gli esami, pur riportando emozioni negative, vivono maggiori emozioni positive nei confronti dello studio (Mega et al., 2007). Inoltre gli studenti che riportano emozioni positive usano strategie flessibili e creative, quali l’organizzazione e l’elaborazione del materiale, mentre coloro che provano in prevalenza emozioni negative si limitano ad utilizzare strategie più rigide e superficiali (Pekrun et al., 2002). Le emozioni positive dirigono l’attenzione dello studente verso il compito e sostengono un approccio autoregolato nello studio, come il monitoraggio e l’autovalutazione del proprio modo di studiare, facilitando l’apprendimento e la prestazione. Partendo da tali premesse teoriche l’equipe del SAP-DSA (Servizio di Assistenza Psicologica per gli studenti dell’Università degli Studi di Padova per le Difficoltà di Studio e Apprendimento) ha sviluppato una modalità di intervento per la promozione delle abilità di studio con gruppi di studenti universitari (De Beni e Moè, 1997; De Beni e Rizzato, 2002). La finalità dei gruppi di studio organizzati dal SAPDSA è di migliorare o di perfezionare il metodo di studio degli studenti al fine di renderlo meno dispendioso e più efficace. Vengono favorite e incoraggiate da una parte la riflessione e la discussione sui diversi ambiti dell’apprendimento, dall’altra l’analisi e l’approfondimento delle abitudini e dei comportamenti di studio. La metodologia di lavoro si basa su un approccio di tipo metacognitivo che mira a sviluppare negli studenti maggiore consapevolezza e controllo circa le strategie di studio da loro adottate e la loro efficacia, allo scopo di aiutarli ad individuare i punti di forza e di debolezza del proprio modo di studiare. Con il presente lavoro si intende analizzare se tale intervento metacognitivo può da una parte aiutare lo studente a migliorare il suo metodo di studio rendendolo più autonomo, flessibile e consapevole, e dall’altra portarlo a vivere positivamente il proprio ruolo di studente, riportando piacere e interesse nell’apprendimento.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2463075
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus 3
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact