I residui delle produzioni e delle trasformazioni agro-alimentari, così come l’enorme disponibilità di materiale ligno-cellulosico (almeno 20 miliardi di t/anno), costituiscono una risorsa importante sia in termini ecologici che economici. L’energia contenuta in tali biomasse può verosimilmente essere recuperata, consentendo nel contempo di risolvere anche problemi di smaltimento. In tale contesto la produzione di biocarburanti potrebbe rappresentare una valida opportunità, tant’è vero che la ricerca negli ultimi anni si è fortemente orientata verso lo sviluppo di sistemi virtuosi che includono la generazione di biogas e bioetanolo. A differenza del biodiesel e del bioetanolo di prima generazione per i quali le colture di piante oleaginose, di mais o di canna da zucchero rischiano di entrare in competizione con aree agricole destinate alla filiera alimentare, la produzione di biogas e di bioetanolo di seconda generazione rappresentano, almeno potenzialmente, una valida alternativa ai combustibili di origine fossile. Al fine di ottenere un processo industrialmente valido per la conversione di substrati amilacei o lignocellulosici disponibili a costo basso o nullo, occorre individuare microbi efficienti nel degradare i polisaccaridi in essi contenuti e fermentare gli zuccheri semplici che ne derivano. Il miglioramento genetico e/o la costruzione di microrganismi ricombinanti capaci di elevate efficienze di conversione rappresenta dunque una linea strategica oggi seguita da numerosi gruppi di ricerca in tutto il mondo. L’impiego di microrganismi adeguati associato a tecnologie efficienti di pretrattamento del materiale originale potranno dunque consentire di passare dalla fase di sperimentazione a quella di scale-up, fino al definitivo sviluppo di un efficiente sistema industriale.

BIOCARBURANTI: CRITICITÀ E PROSPETTIVE

CASELLA, SERGIO;FAVARO, LORENZO;BASAGLIA, MARINA
2010

Abstract

I residui delle produzioni e delle trasformazioni agro-alimentari, così come l’enorme disponibilità di materiale ligno-cellulosico (almeno 20 miliardi di t/anno), costituiscono una risorsa importante sia in termini ecologici che economici. L’energia contenuta in tali biomasse può verosimilmente essere recuperata, consentendo nel contempo di risolvere anche problemi di smaltimento. In tale contesto la produzione di biocarburanti potrebbe rappresentare una valida opportunità, tant’è vero che la ricerca negli ultimi anni si è fortemente orientata verso lo sviluppo di sistemi virtuosi che includono la generazione di biogas e bioetanolo. A differenza del biodiesel e del bioetanolo di prima generazione per i quali le colture di piante oleaginose, di mais o di canna da zucchero rischiano di entrare in competizione con aree agricole destinate alla filiera alimentare, la produzione di biogas e di bioetanolo di seconda generazione rappresentano, almeno potenzialmente, una valida alternativa ai combustibili di origine fossile. Al fine di ottenere un processo industrialmente valido per la conversione di substrati amilacei o lignocellulosici disponibili a costo basso o nullo, occorre individuare microbi efficienti nel degradare i polisaccaridi in essi contenuti e fermentare gli zuccheri semplici che ne derivano. Il miglioramento genetico e/o la costruzione di microrganismi ricombinanti capaci di elevate efficienze di conversione rappresenta dunque una linea strategica oggi seguita da numerosi gruppi di ricerca in tutto il mondo. L’impiego di microrganismi adeguati associato a tecnologie efficienti di pretrattamento del materiale originale potranno dunque consentire di passare dalla fase di sperimentazione a quella di scale-up, fino al definitivo sviluppo di un efficiente sistema industriale.
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