L'A. esamina la peculiare fattispecie relativa a due processi di cognizione relativi allo stesso diritto soggettivo, configuranti un caso di continenza di cause, originati l'uno da un atto di citazione in accertamento negativo e l'altro da un ricorso monitorio di poco precedente. I due procedimenti, mai riuniti né in primo grado né nell'arco del giudizio d'appello, hanno dato origine a due antitetiche pronunce di distinte sezioni della Corte d'Appello, impugnate dai rispettivi, diversi soccombenti con due distinti ricorsi per cassazione. L'A. affronta in particolare la questione se un motivo di censura per cassazione, ai sensi dell'art. 360 n. 4 c.p.c., possa essere proprio l'avvenuta pendenza di separati procedimenti in primo e secondo grado in ordine alla medesima lite, e quindi la mancata applicazione dell'art. 273 c.p.c. da parte del Tribunale prima e della Corte d'Appello poi.
PROSPETTIVE IN CASSAZIONE DI DUE DISTINTE (E CONTRASTANTI) SENTENZE DI APPELLO SULLA STESSA LITE
CONSOLO, CLAUDIO
2000
Abstract
L'A. esamina la peculiare fattispecie relativa a due processi di cognizione relativi allo stesso diritto soggettivo, configuranti un caso di continenza di cause, originati l'uno da un atto di citazione in accertamento negativo e l'altro da un ricorso monitorio di poco precedente. I due procedimenti, mai riuniti né in primo grado né nell'arco del giudizio d'appello, hanno dato origine a due antitetiche pronunce di distinte sezioni della Corte d'Appello, impugnate dai rispettivi, diversi soccombenti con due distinti ricorsi per cassazione. L'A. affronta in particolare la questione se un motivo di censura per cassazione, ai sensi dell'art. 360 n. 4 c.p.c., possa essere proprio l'avvenuta pendenza di separati procedimenti in primo e secondo grado in ordine alla medesima lite, e quindi la mancata applicazione dell'art. 273 c.p.c. da parte del Tribunale prima e della Corte d'Appello poi.Pubblicazioni consigliate
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