L’antica città di Nora, un insediamento fenicio, punico e romano, sorge sulla penisola che chiude ad ovest il Golfo di Cagliari, lungo la costa meridionale della Sardegna (Italia). Nel 2015, l’Università di Padova ha avviato un progetto di ricerca d’archivio riguardante l’area della “Marina Militare”, una base dismessa della Marina Italiana, situata al di fuori del sito di Nora, dove indagini condotte già a partire dal XIX secolo avevano individuato la presenza di evidenze archeologiche. Il riesame della documentazione edita e inedita d’archivio ha permesso di ricostruire la storia delle ricerche qui condotte tra la fine dell'Ottocento e il secolo scorso, nonché di contestualizzare il materiale archeologico rinvenuto nel corso degli scavi. Al contempo, una campagna di prospezioni geofisiche condotta nel 2013 ha consentito di identificare, nel settore nord-occidentale dell’area dell’ex base della “Marina Militare”, una necropoli fenicia e punica fino ad allora sconosciuta. Le prospezioni sono state seguite, a partire dal 2014, da annuali campagne di scavo. In un’area di 200 m2 ca., sono state messe in luce alcune sepolture ad incinerazione, costituite da piccole fosse scavate nel banco roccioso, databili agli inizi del VII secolo a.C. Tali evidenze rappresentano la più antica testimonianza di necropoli fenicie a Nora, documentate sino ad ora da una sola tomba isolata, scoperta agli inizi del Novecento, e riferibile alla prima metà del VI secolo a.C. L’area mantenne la sua destinazione funeraria anche nel corso della successiva età punica (V-III secolo a.C.), come attestato dalle sette tombe ad ipogeo riconducibili a questo arco cronologico. Vennero scavate nel banco di arenite e spesso articolate in una o più camere sotterranee, accessibili mediante pozzi rettangolari. Lo scavo degli ipogei ha permesso di confermare come il rito dell’inumazione andò a sostituire quello dell’incinerazione del precedente periodo. In particolare, le tombe 8 e 9, hanno restituito due complessi palinstesti che coprono almeno tre secoli. In epoca romana, molte delle tombe puniche furono riaperte, completamente svuotate ed utilizzate come discariche per materiale di scarto o, in alcuni casi, come cisterne per l’acqua. Contemporaneamente, l’area necropolare fu oggetto di attività di cavatura della pietra, che andarono parzialmente ad intaccare anche alcune tombe puniche. Le depressioni venutesi così a creare furono colmate mediante potenti riporti di terreno che permisero di livellare l’area e di costruire nuovi edifici. Tali pratiche segnarono la completa dismissione della necropoli e il definitivo mutamento della destinazione d’uso di questo settore urbano dell’antica città di Nora.

La necropoli fenicia e punica di Nora (Sardegna, Italia): nuovi dati dagli scavi 2014-2018

Jacopo Bonetto
;
Eliana Bridi;Filippo Carraro;Simone Dilaria;Alessandro Mazzariol
2020

Abstract

L’antica città di Nora, un insediamento fenicio, punico e romano, sorge sulla penisola che chiude ad ovest il Golfo di Cagliari, lungo la costa meridionale della Sardegna (Italia). Nel 2015, l’Università di Padova ha avviato un progetto di ricerca d’archivio riguardante l’area della “Marina Militare”, una base dismessa della Marina Italiana, situata al di fuori del sito di Nora, dove indagini condotte già a partire dal XIX secolo avevano individuato la presenza di evidenze archeologiche. Il riesame della documentazione edita e inedita d’archivio ha permesso di ricostruire la storia delle ricerche qui condotte tra la fine dell'Ottocento e il secolo scorso, nonché di contestualizzare il materiale archeologico rinvenuto nel corso degli scavi. Al contempo, una campagna di prospezioni geofisiche condotta nel 2013 ha consentito di identificare, nel settore nord-occidentale dell’area dell’ex base della “Marina Militare”, una necropoli fenicia e punica fino ad allora sconosciuta. Le prospezioni sono state seguite, a partire dal 2014, da annuali campagne di scavo. In un’area di 200 m2 ca., sono state messe in luce alcune sepolture ad incinerazione, costituite da piccole fosse scavate nel banco roccioso, databili agli inizi del VII secolo a.C. Tali evidenze rappresentano la più antica testimonianza di necropoli fenicie a Nora, documentate sino ad ora da una sola tomba isolata, scoperta agli inizi del Novecento, e riferibile alla prima metà del VI secolo a.C. L’area mantenne la sua destinazione funeraria anche nel corso della successiva età punica (V-III secolo a.C.), come attestato dalle sette tombe ad ipogeo riconducibili a questo arco cronologico. Vennero scavate nel banco di arenite e spesso articolate in una o più camere sotterranee, accessibili mediante pozzi rettangolari. Lo scavo degli ipogei ha permesso di confermare come il rito dell’inumazione andò a sostituire quello dell’incinerazione del precedente periodo. In particolare, le tombe 8 e 9, hanno restituito due complessi palinstesti che coprono almeno tre secoli. In epoca romana, molte delle tombe puniche furono riaperte, completamente svuotate ed utilizzate come discariche per materiale di scarto o, in alcuni casi, come cisterne per l’acqua. Contemporaneamente, l’area necropolare fu oggetto di attività di cavatura della pietra, che andarono parzialmente ad intaccare anche alcune tombe puniche. Le depressioni venutesi così a creare furono colmate mediante potenti riporti di terreno che permisero di livellare l’area e di costruire nuovi edifici. Tali pratiche segnarono la completa dismissione della necropoli e il definitivo mutamento della destinazione d’uso di questo settore urbano dell’antica città di Nora.
2020
Un viaje entre el Oriente y el Occidente del Mediterráneo
978-84-09-23034-1
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