Il contributo, sviluppato congiuntamente da Paola Cosma e Farah Polato, prende in considerazione recenti sviluppi del cosiddetto “cinema di banlieue”. La prima sezione, a firma di Paola Cosma, opera su un corpus definito dall’irrompere negli anni Duemila di un protagonismo e/o di un’autorialità femminile in una produzione tradizionalmente a dominanza maschile sia sul piano della regia sia in quello della narrazione e della messa in scena. Nello specifico, a condurre l’analisi è la verifica dei posizionamenti, rappresentazionali e performativi, delle personagge in spazialità fortemente codificate, espresse e agite nelle ri-mappature prodotte dai corpi e dalle loro prossemiche. La seconda, di Farah Polato, scruta le divergenti disposizioni cartografiche in due film degli ultimi anni, rispettivamente investiti di una filiazione diretta dal cinema di banlieue (il caso-evento di Les Misérables di Ladj Ly, 2019) e di un’attribuzione centrifuga (La vie de Château, Mody Barry e Cedric Ido, 2017) che ri-orienta l'inscrizione diffusa di determinate aree parigine come ‘spazialità a parte’. Il contributo partecipa di una riflessione di carattere multidisciplinare sul posizionamento teorico e sulle prassi delle mappe e del cartografare nel panorama attuale.

Paris ‘bande à part’: sguardi cartografici e tessuti cinematografici nel cinema di banlieue (e dintorni)

POLATO FARAH;COSMA PAOLA
2021

Abstract

Il contributo, sviluppato congiuntamente da Paola Cosma e Farah Polato, prende in considerazione recenti sviluppi del cosiddetto “cinema di banlieue”. La prima sezione, a firma di Paola Cosma, opera su un corpus definito dall’irrompere negli anni Duemila di un protagonismo e/o di un’autorialità femminile in una produzione tradizionalmente a dominanza maschile sia sul piano della regia sia in quello della narrazione e della messa in scena. Nello specifico, a condurre l’analisi è la verifica dei posizionamenti, rappresentazionali e performativi, delle personagge in spazialità fortemente codificate, espresse e agite nelle ri-mappature prodotte dai corpi e dalle loro prossemiche. La seconda, di Farah Polato, scruta le divergenti disposizioni cartografiche in due film degli ultimi anni, rispettivamente investiti di una filiazione diretta dal cinema di banlieue (il caso-evento di Les Misérables di Ladj Ly, 2019) e di un’attribuzione centrifuga (La vie de Château, Mody Barry e Cedric Ido, 2017) che ri-orienta l'inscrizione diffusa di determinate aree parigine come ‘spazialità a parte’. Il contributo partecipa di una riflessione di carattere multidisciplinare sul posizionamento teorico e sulle prassi delle mappe e del cartografare nel panorama attuale.
2021
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