Andare oltre l’inclusione significa concepire l’esperienza formative in un contest umano (e post-umano) dove non si tratta di considerare forme canoniche di benessere, di welfare. E di percorsi che consentono le persone di partecipare di tali forme. Andare oltre l’inclusione significa considerare il learnfare, e cioè, una società che richiede l’attivazione di percorsi originali e unici perchè gli individui maturino competenze in linea con le proprie identità perennemente incompiute. In realtà non si tratta di abbandonare lo studio di percorsi che favoriscano la mobilità sociale; di pensare che le differenze di classe , di appartenenze culturali, di capacità fisico-motorie, cognitive, relazionali, ecc. non creino situazioni di disagio che vanno accompagnate. Il punto fondamentale è il modo di focalizzarle, di osservarle, è cioè la lente attraverso la quale le si guarda; andare oltre l’inclusione significa concepire le differenze come caratterizzanti di spazi micro-sociali e culturali che hanno pieno diritto di esistenza e di affermazione. E la formazione, come strumento e dispositivo che può creare lo spazio dialogico, lo spazio riflessivo e di scoperta, lo spazio di emancipazione.
Oltre l’inclusione: per un dibattito sulla pedagogia sociale e interculturale Beyond Inclusion. For a debate on Social and Intercultural Pedagogy
Raffaghelli J
2011
Abstract
Andare oltre l’inclusione significa concepire l’esperienza formative in un contest umano (e post-umano) dove non si tratta di considerare forme canoniche di benessere, di welfare. E di percorsi che consentono le persone di partecipare di tali forme. Andare oltre l’inclusione significa considerare il learnfare, e cioè, una società che richiede l’attivazione di percorsi originali e unici perchè gli individui maturino competenze in linea con le proprie identità perennemente incompiute. In realtà non si tratta di abbandonare lo studio di percorsi che favoriscano la mobilità sociale; di pensare che le differenze di classe , di appartenenze culturali, di capacità fisico-motorie, cognitive, relazionali, ecc. non creino situazioni di disagio che vanno accompagnate. Il punto fondamentale è il modo di focalizzarle, di osservarle, è cioè la lente attraverso la quale le si guarda; andare oltre l’inclusione significa concepire le differenze come caratterizzanti di spazi micro-sociali e culturali che hanno pieno diritto di esistenza e di affermazione. E la formazione, come strumento e dispositivo che può creare lo spazio dialogico, lo spazio riflessivo e di scoperta, lo spazio di emancipazione.Pubblicazioni consigliate
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