La ricca storia italiana di documentazione pedagogica, radicata nell'approccio reggiano, enfatizza la documentazione di eventi importanti per migliorare l'apprendimento riflessivo e rendere i processi educativi trasparenti e valutabili (Edwards et al., 1998; Giudici et al., 2001; Biffi, 2019). In questo contesto, gli educatori hanno riesaminato le pratiche di documentazione alla luce dei progressi tecnologici, rivelando le disparità economiche e culturali tra le famiglie. La pandemia COVID-19 ha aumentato in modo significativo il ricorso alla tecnologia nell'istruzione, portando a cambiamenti nei metodi di insegnamento e nelle interazioni con i bambini e le famiglie. Tuttavia, gli educatori spesso non hanno le competenze per utilizzare efficacemente la tecnologia, affidandosi a social media non regolamentati per la comunicazione e la registrazione educativa (Restiglian et al., 2023). Questo ha portato a modelli di utilizzo della tecnologia diversi, rendendo necessari progetti e strumenti didattici aggiornati. La situazione è particolarmente grave nei nidi d’infanzia con una limitata supervisione statale e una significativa variabilità della qualità dell'istruzione. Le normative europee, come l'AI Act e il GDPR, mirano a proteggere le identità e a garantire la trasparenza delle attività digitali, ma anche il sistema di educazione e cura della prima infanzia (ECEC) richiede approcci consapevoli e circolari (Parlamento europeo, 2016; 2023). L'integrazione dell'ECEC nell'apprendimento permanente evidenzia l'importanza di affrontare il processo decisionale inconsapevole e l'uso appropriato della tecnologia nell'istruzione. La competenza degli educatori è fondamentale per navigare in questi cambiamenti tecnologici e sociali, che possono essere travolgenti (Raffaghelli, 2022). Pertanto, è essenziale dare priorità ai processi di trasformazione nell'istruzione e nella formazione continua attraverso un approccio formativo integrato nella ricerca. Questo metodo può rivelare le contraddizioni nell'uso della tecnologia e migliorare le pratiche educative per tutte le parti interessate. La tecnologia, se usata in modo efficace, può semplificare la tenuta dei registri e migliorare l'istruzione per bambini, genitori e insegnanti. Un metodo efficace per facilitare la formazione continua e trasformativa è l'approccio “ChangeLab” dell'Università di Helsinki, ampiamente utilizzato nella ricerca socio-sanitaria ed educativa (Sannino & Engeström, 2017; Morselli, 2019). Il ChangeLab prevede diverse sessioni in cui gli esperti presentano scenari per favorire discussioni critiche e orientate agli obiettivi. Il nostro studio ha coinvolto il personale educativo di tre istituzioni ECEC di Rovigo, concentrandosi sulla gestione della documentazione educativa utilizzando strumenti tecnologici sia per la comunicazione interna che per il coinvolgimento delle famiglie. Il progetto si è concluso nel marzo 2024, ma prevede anche una fase di follow-up con input art-based basati sulla parola creativa realizzata dai partecipanti. Nel complesso, l'oggetto finale della trasformazione ha a che fare con la rivisitazione dell'uso delle tecnologie per quanto riguarda la documentazione pedagogica per connettersi con le famiglie. Abbiamo svolto tre sessioni per ciascuna delle istituzioni ECEC impegnate. Queste sessioni si sono svolte al di fuori dell'orario normale, mescolando incontri di persona e virtuali, e hanno utilizzato strumenti come poster, brochure e applicazioni come Mentimeter e Padlet per le discussioni. La raccolta dei dati ha comportato registrazioni audio e foto, con il consenso dei partecipanti, e l'analisi segue i principi di analisi discorsiva e multimodale del ChangeLab (Sannino & Engeström, 2017). Il nostro ChangeLab ha cercato di creare lo spazio per la riflessione e di porre le basi per la trasformazione, abile nel navigare in una società guidata dalla tecnologia. Al di là del semplice adattamento alle sfide digitali, abbiamo puntato a promuovere la crescita professionale e a mantenere le pratiche incentrate sui bambini. Questo approccio dovrebbe contribuire a costruire la qualità di quello che viene definito un sistema integrato 0-6 anni (Decreto Ministeriale n. 65/2017). Inoltre, la nostra ricerca potrebbe essere utile per lo sviluppo del curriculum per la laurea in Scienze dell'Educazione dell'Università di Padova. Questo studio esplorativo mira a redigere linee guida per l'uso della tecnologia nei nidi d’infanzia, fornendo ai politici spunti per decisioni informate sulle pratiche di educazione digitale, allineandosi con gli aspetti del framework DigiCompEdu (Redecker & Punie, 2017).
Laboratori Trasformativi: Strategie per l'intervento educativo in contesti di infanzia postdigitale
Emilia Restiglian;Juliana Raffaghelli;Monica Gottardo;Paola Zoroaster
2024
Abstract
La ricca storia italiana di documentazione pedagogica, radicata nell'approccio reggiano, enfatizza la documentazione di eventi importanti per migliorare l'apprendimento riflessivo e rendere i processi educativi trasparenti e valutabili (Edwards et al., 1998; Giudici et al., 2001; Biffi, 2019). In questo contesto, gli educatori hanno riesaminato le pratiche di documentazione alla luce dei progressi tecnologici, rivelando le disparità economiche e culturali tra le famiglie. La pandemia COVID-19 ha aumentato in modo significativo il ricorso alla tecnologia nell'istruzione, portando a cambiamenti nei metodi di insegnamento e nelle interazioni con i bambini e le famiglie. Tuttavia, gli educatori spesso non hanno le competenze per utilizzare efficacemente la tecnologia, affidandosi a social media non regolamentati per la comunicazione e la registrazione educativa (Restiglian et al., 2023). Questo ha portato a modelli di utilizzo della tecnologia diversi, rendendo necessari progetti e strumenti didattici aggiornati. La situazione è particolarmente grave nei nidi d’infanzia con una limitata supervisione statale e una significativa variabilità della qualità dell'istruzione. Le normative europee, come l'AI Act e il GDPR, mirano a proteggere le identità e a garantire la trasparenza delle attività digitali, ma anche il sistema di educazione e cura della prima infanzia (ECEC) richiede approcci consapevoli e circolari (Parlamento europeo, 2016; 2023). L'integrazione dell'ECEC nell'apprendimento permanente evidenzia l'importanza di affrontare il processo decisionale inconsapevole e l'uso appropriato della tecnologia nell'istruzione. La competenza degli educatori è fondamentale per navigare in questi cambiamenti tecnologici e sociali, che possono essere travolgenti (Raffaghelli, 2022). Pertanto, è essenziale dare priorità ai processi di trasformazione nell'istruzione e nella formazione continua attraverso un approccio formativo integrato nella ricerca. Questo metodo può rivelare le contraddizioni nell'uso della tecnologia e migliorare le pratiche educative per tutte le parti interessate. La tecnologia, se usata in modo efficace, può semplificare la tenuta dei registri e migliorare l'istruzione per bambini, genitori e insegnanti. Un metodo efficace per facilitare la formazione continua e trasformativa è l'approccio “ChangeLab” dell'Università di Helsinki, ampiamente utilizzato nella ricerca socio-sanitaria ed educativa (Sannino & Engeström, 2017; Morselli, 2019). Il ChangeLab prevede diverse sessioni in cui gli esperti presentano scenari per favorire discussioni critiche e orientate agli obiettivi. Il nostro studio ha coinvolto il personale educativo di tre istituzioni ECEC di Rovigo, concentrandosi sulla gestione della documentazione educativa utilizzando strumenti tecnologici sia per la comunicazione interna che per il coinvolgimento delle famiglie. Il progetto si è concluso nel marzo 2024, ma prevede anche una fase di follow-up con input art-based basati sulla parola creativa realizzata dai partecipanti. Nel complesso, l'oggetto finale della trasformazione ha a che fare con la rivisitazione dell'uso delle tecnologie per quanto riguarda la documentazione pedagogica per connettersi con le famiglie. Abbiamo svolto tre sessioni per ciascuna delle istituzioni ECEC impegnate. Queste sessioni si sono svolte al di fuori dell'orario normale, mescolando incontri di persona e virtuali, e hanno utilizzato strumenti come poster, brochure e applicazioni come Mentimeter e Padlet per le discussioni. La raccolta dei dati ha comportato registrazioni audio e foto, con il consenso dei partecipanti, e l'analisi segue i principi di analisi discorsiva e multimodale del ChangeLab (Sannino & Engeström, 2017). Il nostro ChangeLab ha cercato di creare lo spazio per la riflessione e di porre le basi per la trasformazione, abile nel navigare in una società guidata dalla tecnologia. Al di là del semplice adattamento alle sfide digitali, abbiamo puntato a promuovere la crescita professionale e a mantenere le pratiche incentrate sui bambini. Questo approccio dovrebbe contribuire a costruire la qualità di quello che viene definito un sistema integrato 0-6 anni (Decreto Ministeriale n. 65/2017). Inoltre, la nostra ricerca potrebbe essere utile per lo sviluppo del curriculum per la laurea in Scienze dell'Educazione dell'Università di Padova. Questo studio esplorativo mira a redigere linee guida per l'uso della tecnologia nei nidi d’infanzia, fornendo ai politici spunti per decisioni informate sulle pratiche di educazione digitale, allineandosi con gli aspetti del framework DigiCompEdu (Redecker & Punie, 2017).Pubblicazioni consigliate
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