In termini di emissioni di GHG gli allevamenti intensivi e mediamente più produttivi sono più effi cienti di quelli estensivi, con bassi livelli produttivi e con ampio ricorso al pascolamento. Tuttavia, la valutazione delle tipologie e delle tecniche di alimentazione e allevamento basata solamente sulle emissioni di GHG è ovviamente troppo restrittiva, in quanto molte altre variabili concorrono a determinare l’impronta ambientale complessiva degli allevamenti zootecnici. Se da un lato l’intensifi cazione in zootecnia ottimizza l’impiego delle risorse per unità di prodotto, limitando i relativi impatti, i sistemi pastorali di montagna saranno sempre alla base del mantenimento di ecosistemi caratterizzati da un’elevata biodiversità animale e vegetale, come dimostrato dai sistemi agrozootecnici misti,basati su pascolo e foraggicoltura tradizionali, che a tutt’oggi sono presenti in Europa in numerosi habitat seminaturali. Le evidenze scientifi che oggi disponibili suggeriscono che le emissioni di gas serra in genere e di metano dai bovini possono essere mitigate mediante processi di selezione e prime stime riportano che programmi di selezione classici potrebbero ridurre le emissioni di metano fino al 26% in 10 anni. Limitare la concentrazione di anidride carbonica e altri gas serra nell’atmosfera terrestre richiede una rivoluzione tecnologica ed economica e, inoltre, necessita di approcci multidisciplinari che coinvolgano nutrizionisti, genetisti, microbiologi e biotecnologi per aff rontare la problematica in maniera globale e non settoriale. Un costo per chi emette anidride carbonica in atmosfera sarà probabilmente richiesto dalla società e c’è chi riporta valori attorno a 15 euro/t di CO2 emessa (Alic et al.,2010). In conclusione, nuovi scenari e prospettive coinvolgeranno il settore zootecnico richiedendogli sempre più attenzione e tutela dell’ambiente, nonché responsabilità verso i maggiori cambiamenti climatici, come la limitazione dei gas ad eff etto serra.

Come ridurre l"'impronta zootecnica" degli allevamenti

CASSANDRO, MARTINO;SCHIAVON, STEFANO;STURARO, ENRICO;
2013

Abstract

In termini di emissioni di GHG gli allevamenti intensivi e mediamente più produttivi sono più effi cienti di quelli estensivi, con bassi livelli produttivi e con ampio ricorso al pascolamento. Tuttavia, la valutazione delle tipologie e delle tecniche di alimentazione e allevamento basata solamente sulle emissioni di GHG è ovviamente troppo restrittiva, in quanto molte altre variabili concorrono a determinare l’impronta ambientale complessiva degli allevamenti zootecnici. Se da un lato l’intensifi cazione in zootecnia ottimizza l’impiego delle risorse per unità di prodotto, limitando i relativi impatti, i sistemi pastorali di montagna saranno sempre alla base del mantenimento di ecosistemi caratterizzati da un’elevata biodiversità animale e vegetale, come dimostrato dai sistemi agrozootecnici misti,basati su pascolo e foraggicoltura tradizionali, che a tutt’oggi sono presenti in Europa in numerosi habitat seminaturali. Le evidenze scientifi che oggi disponibili suggeriscono che le emissioni di gas serra in genere e di metano dai bovini possono essere mitigate mediante processi di selezione e prime stime riportano che programmi di selezione classici potrebbero ridurre le emissioni di metano fino al 26% in 10 anni. Limitare la concentrazione di anidride carbonica e altri gas serra nell’atmosfera terrestre richiede una rivoluzione tecnologica ed economica e, inoltre, necessita di approcci multidisciplinari che coinvolgano nutrizionisti, genetisti, microbiologi e biotecnologi per aff rontare la problematica in maniera globale e non settoriale. Un costo per chi emette anidride carbonica in atmosfera sarà probabilmente richiesto dalla società e c’è chi riporta valori attorno a 15 euro/t di CO2 emessa (Alic et al.,2010). In conclusione, nuovi scenari e prospettive coinvolgeranno il settore zootecnico richiedendogli sempre più attenzione e tutela dell’ambiente, nonché responsabilità verso i maggiori cambiamenti climatici, come la limitazione dei gas ad eff etto serra.
2013
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2665891
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