Sul packaging degli alimenti sono frequenti i termini “naturale”, “100% naturale” o simili. Sovente tali indicazioni inducono il consumatore all’acquisto nella convinzione di scegliere un prodotto più sano, più fresco o, in generale, con caratteristiche peculiari. Il lavoro analizza il significato attribuito dai giovani ai concetti di naturale e genuino nell’ambito degli alimenti quotidianamente consumati. La raccolta dei dati è avvenuta somministrando un questionario a un campione di studenti (maschi: n. 314; femmine: n. 349) delle scuole secondarie di secondo grado (Licei, Istituti Tecnici e Professionali) presenti nel territorio di pertinenza dell’ASL 6 in provincia di Vicenza. Gli studenti intervistati hanno affermato di essere abbastanza interessati a temi collegati agli alimenti come dieta e salute, bellezza, ricette e sicurezza alimentare. Il reperimento delle informazioni in merito avviene spesso su siti web e a volte attraverso la televisione. Un terzo degli intervistati ha dichiarato di scegliere e acquistare un alimento soprattutto perché fa bene alla salute ma forma e il colore della confezione rappresentano il secondo motivo di scelta. L’attenzione all’etichetta è soprattutto verso la data di scadenza e l’elenco degli ingredienti mentre origine geografica, produttore o indicazioni di uso e consumo sembrano essere meno considerate. Non vi sono differenze significative tra maschi e femmine. Le definizioni più frequenti di alimento genuino riguardavano gli effetti sulla salute (“non fa male”, “fa bene”, “sano”), l’assenza di prodotti chimici, OGM, trattamenti o grassi e zuccheri ma anche l’individuazione di una categoria merceologica (frutta e verdura). Meno frequenti sono i riferimenti alla produzione domestica o biologica. Inoltre molti studenti non sono stati in grado di dare una definizione di alimento genuino. Alimento naturale è stato invece definito tale se privo di conservanti e coloranti, pesticidi e sostanze chimiche in generale; e chiaramente connotato come prodotto proveniente dalla terra. Le associazioni spontanee al concetto di alimento naturale hanno riguardato il tema della salute (sano, salutare), il metodo di produzione e la provenienza (biologico, biodinamico, km zero, prodotto nel proprio orto); la sicurezza della produzione viene richiamata da pochi intervistati. I dati confermano quanto riportato in letteratura. In generale ciò che è descritto come naturale appare migliore e il consumatore sceglie quel prodotto rispetto ad un altro in cui il richiamo alla genuinità o alla natura non è presente anche quando è identico. Gli studenti però, almeno in modo diretto, non vi attribuiscono una maggior sicurezza igienico-sanitaria. È importante conoscere la rappresentazione che il consumatore ha verso alcuni concetti in quanto possono portare a comportamenti non corretti dal punto di vista igienico che potrebbero essere prevenuti.
XXVI Convegno Nazionale Associazione Italiana Veterinari Igienisti
Balzan, Stefania;Fasolato, Luca;Cardazzo, Barbara;Novelli Enrico;
2016
Abstract
Sul packaging degli alimenti sono frequenti i termini “naturale”, “100% naturale” o simili. Sovente tali indicazioni inducono il consumatore all’acquisto nella convinzione di scegliere un prodotto più sano, più fresco o, in generale, con caratteristiche peculiari. Il lavoro analizza il significato attribuito dai giovani ai concetti di naturale e genuino nell’ambito degli alimenti quotidianamente consumati. La raccolta dei dati è avvenuta somministrando un questionario a un campione di studenti (maschi: n. 314; femmine: n. 349) delle scuole secondarie di secondo grado (Licei, Istituti Tecnici e Professionali) presenti nel territorio di pertinenza dell’ASL 6 in provincia di Vicenza. Gli studenti intervistati hanno affermato di essere abbastanza interessati a temi collegati agli alimenti come dieta e salute, bellezza, ricette e sicurezza alimentare. Il reperimento delle informazioni in merito avviene spesso su siti web e a volte attraverso la televisione. Un terzo degli intervistati ha dichiarato di scegliere e acquistare un alimento soprattutto perché fa bene alla salute ma forma e il colore della confezione rappresentano il secondo motivo di scelta. L’attenzione all’etichetta è soprattutto verso la data di scadenza e l’elenco degli ingredienti mentre origine geografica, produttore o indicazioni di uso e consumo sembrano essere meno considerate. Non vi sono differenze significative tra maschi e femmine. Le definizioni più frequenti di alimento genuino riguardavano gli effetti sulla salute (“non fa male”, “fa bene”, “sano”), l’assenza di prodotti chimici, OGM, trattamenti o grassi e zuccheri ma anche l’individuazione di una categoria merceologica (frutta e verdura). Meno frequenti sono i riferimenti alla produzione domestica o biologica. Inoltre molti studenti non sono stati in grado di dare una definizione di alimento genuino. Alimento naturale è stato invece definito tale se privo di conservanti e coloranti, pesticidi e sostanze chimiche in generale; e chiaramente connotato come prodotto proveniente dalla terra. Le associazioni spontanee al concetto di alimento naturale hanno riguardato il tema della salute (sano, salutare), il metodo di produzione e la provenienza (biologico, biodinamico, km zero, prodotto nel proprio orto); la sicurezza della produzione viene richiamata da pochi intervistati. I dati confermano quanto riportato in letteratura. In generale ciò che è descritto come naturale appare migliore e il consumatore sceglie quel prodotto rispetto ad un altro in cui il richiamo alla genuinità o alla natura non è presente anche quando è identico. Gli studenti però, almeno in modo diretto, non vi attribuiscono una maggior sicurezza igienico-sanitaria. È importante conoscere la rappresentazione che il consumatore ha verso alcuni concetti in quanto possono portare a comportamenti non corretti dal punto di vista igienico che potrebbero essere prevenuti.Pubblicazioni consigliate
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